martedì 10 novembre 2009

VERITA’ E GIUSTIZIA PER STEFANO CUCCHI.


Nel nostro paese, ormai, sembra essere diventata prassi la menzogna, il depistaggio, l’impunità e soprattutto la disinformazione. Succede così che un ragazzo viene arrestato la notte tra il 15 e il 16 ottobre ed esce dal carcere la mattina del 22, cadavere. Succede così che vengono uccisi i figli d’Italia. Succede anche che il Ministro della Difesa, senza sapere molto in merito, dichiari: “”Di una cosa sono certo: del comportamento assolutamente corretto da parte dei Carabinieri in questa occasione”.



Stefano Cucchi aveva evidenti segni di percosse al volto, la mascella spaccata e un occhio rientrato nell’orbita ma, di certo, sarà, come detto nelle prime fasi, caduto da una qualsiasi scala. Non so se qualcuno di voi lettori abbia avuto il coraggio di vedere le foto di Stefano fatte circolare dalla famiglia Cucchi, io le ho viste, guardate e riguardate; sono foto che fanno paura, scatti che fanno rabbrividire e che mostrano una rabbia immotivata verso una persona indifesa.



Non è il primo caso e di certo non sarà l’ultimo.



Federico Aldrovandi, di Ferrara, diciotto anni, in questura non ci arrivò proprio e nonostante le registrazioni delle chiamate tra la pattuglia e la centrale che riportano testualmente: “”L’abbiamo bastonato di brutto. Adesso è svenuto”, e i manganelli delle stesse pattuglie intervenute sul posto che figuravano spezzati a metà, i quattro poliziotti sono stati condannati per eccesso colposo nell’omicidio colposo a tre anni e sei mesi il 6 Luglio del 2009.



Aldo Bianzino, quarantaquattrenne, abitava in una casa sperduta sull’Appennino umbro-marchigiano; entrò in carcere il 12 ottobre del 2007 e venne trovato morto due giorni dopo, la mattina del 14 Ottobre, nella propria cella. Un infarto è la versione ufficiale, poi smentita dall’autopsia che riscontrava lesioni interne. Proprio pochi giorni fa c’è stata l’udienza preliminare.



L’undici novembre 2009 saranno passati due anni dall’uccisione di Gabriele Sandri, che ancora oggi aspetta giustizia, nonostante ricostruzioni dettagliate e testimonianze.



Potremmo continuare a parlare di vittime senza giustizia, potremmo continuare a parlare di orrori che qualcuno spera cadano nel dimenticatoio ma preferisco fermarmi qua. Come mai, in una Repubblica che viene considerata democratica, può accadere questo? Come mai, uno Stato il cui Codice Penale, fondato sul Diritto Romano, tecnicamente rasenta la perfezione, possa poi far rispettare le leggi a proprio comodo? Com’è possibile entrare in carcere per un qualsiasi reato e non uscirne più vivo? E’ troppo chiedere che chi sbaglia, sia esso civile o no, debba vedersi comminata la giusta pena? E’ impossibile sapere la verità? Noi la vogliamo per Stefano e per tutti.



Fabio Polese – www.tifogrifo.com

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