A quarant'anni dall’autunno caldo le condizioni dei lavoratori italiani tornano ad essere a dir poco disperate. Non bastassero le nuove regole contrattuali che hanno spostato l’attenzione sui rapporti aziendali a scapito di quelli nazionali, cresce sempre di più il tasso di disoccupazione ed il ricorso alla cassa integrazione, con la precarietà che continua ad affliggere milioni di giovani.
A settembre, nonostante i grandi proclami del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in merito al superamento della crisi, le domande di disoccupazione sono aumentate. Presentate infatti circa 90.000 nuove richieste contro le 60.000 domande pervenute ad agosto. A fornire il dato l’Inps, l’istituto nazionale per la previdenza sociale, che ha cercato di minimizzare il tutto parlando di “prevedibile aumento stagionale”, anche in considerazione del fatto che la tendenza si mantiene inferiore rispetto a quella dei primi mesi della crisi, da ottobre 2008 infatti la media è stata per mesi di circa 100.000 domande ogni trenta giorni, anche se questo dato a nostro avviso non invita certo all’ottimismo.
Notizie tutt’altro che positive anche dal fronte delle casse integrazioni, anche se si cerca di convincere gli italiani del contrario. Snocciolando i dati in materia Antonio Mastrapasqua, presidente dell’Inps, ha usato toni tutt’altro che allarmistici sostenendo che la frenata delle autorizzazioni di cig in ottobre rappresenta un indicatore importante della dinamica dell’economia italiana infatti, “l’andamento stagionale ci poteva far prevedere un incremento congiunturale di ore autorizzate di cig in ottobre. È sempre stato così negli ultimi anni, non è stato così nell’ottobre 2009”.
Il numero uno dell’ente previdenziale ha poi evidenziato come sia costante il ricorso alla cig ordinaria senza impennate di quella straordinaria, un dato questo che, a suo dire, dimostrerebbe che i correttivi normativi introdotti nel corso di quest’anno anche per la gestione della cigo, “stanno consentendo alle aziende di far ricorso agli ammortizzatori sociali, mantenendo i posti di lavoro”.
Soddisfatto, nonostante le gravi condizioni in cui versano i lavoratori italiani, anche il ministro dello Stato sociale Maurizio Sacconi secondo cui viste le condizioni attuali la dinamica della cassa integrazione “è incoraggiante”. Per il titolare del dicastero del Lavoro infatti la crescita dell’uso di quella in deroga è facilmente spiegabile con la considerazione che i relativi meccanismi stanno andando a regime ed anche perché si allungano i periodi di inattività di alcuni lavoratori
Francamente comprendere e condividere tutto questo entusiasmo è quasi impossibile. Ogni giorni ci sono lavoratori che finiscono in cassa integrazione mentre altri perdono il lavoro; appena due giorni fa la commissione europea ha pronosticato che fra due anni la disoccupazione arriverà a superare l’11 percento ed ora si canta vittoria per una piccola frenata nella richiesta di cassa integrazione con quelle di disoccupazione che invece continuano a salire. Di fronte ad una situazione del genere il governo dovrebbe finalmente intervenire e cercare di rilanciare l’occupazione in Italia grazie a concrete misure e non con sterili proclami che lasciano il tempo che trovano e non vanno certo a migliorare la situazione dei lavoratori.
Di Fabrizio Di Ernesto, www.rinascita.info
A settembre, nonostante i grandi proclami del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in merito al superamento della crisi, le domande di disoccupazione sono aumentate. Presentate infatti circa 90.000 nuove richieste contro le 60.000 domande pervenute ad agosto. A fornire il dato l’Inps, l’istituto nazionale per la previdenza sociale, che ha cercato di minimizzare il tutto parlando di “prevedibile aumento stagionale”, anche in considerazione del fatto che la tendenza si mantiene inferiore rispetto a quella dei primi mesi della crisi, da ottobre 2008 infatti la media è stata per mesi di circa 100.000 domande ogni trenta giorni, anche se questo dato a nostro avviso non invita certo all’ottimismo.
Notizie tutt’altro che positive anche dal fronte delle casse integrazioni, anche se si cerca di convincere gli italiani del contrario. Snocciolando i dati in materia Antonio Mastrapasqua, presidente dell’Inps, ha usato toni tutt’altro che allarmistici sostenendo che la frenata delle autorizzazioni di cig in ottobre rappresenta un indicatore importante della dinamica dell’economia italiana infatti, “l’andamento stagionale ci poteva far prevedere un incremento congiunturale di ore autorizzate di cig in ottobre. È sempre stato così negli ultimi anni, non è stato così nell’ottobre 2009”.
Il numero uno dell’ente previdenziale ha poi evidenziato come sia costante il ricorso alla cig ordinaria senza impennate di quella straordinaria, un dato questo che, a suo dire, dimostrerebbe che i correttivi normativi introdotti nel corso di quest’anno anche per la gestione della cigo, “stanno consentendo alle aziende di far ricorso agli ammortizzatori sociali, mantenendo i posti di lavoro”.
Soddisfatto, nonostante le gravi condizioni in cui versano i lavoratori italiani, anche il ministro dello Stato sociale Maurizio Sacconi secondo cui viste le condizioni attuali la dinamica della cassa integrazione “è incoraggiante”. Per il titolare del dicastero del Lavoro infatti la crescita dell’uso di quella in deroga è facilmente spiegabile con la considerazione che i relativi meccanismi stanno andando a regime ed anche perché si allungano i periodi di inattività di alcuni lavoratori
Francamente comprendere e condividere tutto questo entusiasmo è quasi impossibile. Ogni giorni ci sono lavoratori che finiscono in cassa integrazione mentre altri perdono il lavoro; appena due giorni fa la commissione europea ha pronosticato che fra due anni la disoccupazione arriverà a superare l’11 percento ed ora si canta vittoria per una piccola frenata nella richiesta di cassa integrazione con quelle di disoccupazione che invece continuano a salire. Di fronte ad una situazione del genere il governo dovrebbe finalmente intervenire e cercare di rilanciare l’occupazione in Italia grazie a concrete misure e non con sterili proclami che lasciano il tempo che trovano e non vanno certo a migliorare la situazione dei lavoratori.
Di Fabrizio Di Ernesto, www.rinascita.info
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