martedì 8 settembre 2009

Stiamo sempre all’8 Settembre… E l’Italia resta una colonia USA!

CANZANO 1– L’8 Settembre del 1943, l’Italia ruppe unilateralmente gli accordi con l’Asse (Italia-Germania-Giappone) e chiese ed ottenne l’Armistizio con gli Alleati anglo-americani. Come considera quell’avvenimento della nostra storia?

 

MARIANTONI – Intanto, non fu un “Armistizio” ma, una semplice resa incondizionata! Completamente estranea a qualsiasi tradizione legata alla guerra, la formula della “resa militare senza condizioni” era stata furbescamente ideata ed arbitrariamente imposta all’insieme degli alleati della Germania, dal Presidente degli Stati Uniti d’America, Franklin Delano Roosevelt, e dal Premier britannico  Winston Churchill, nel corso della Conferenza di Casablanca (Marocco), avvenuta presso l’Hotel Anfa, dal 14 al 26 Gennaio 1943, ed alla quale aveva occasionalmente partecipato (senza esservi stato invitato) il Generale Charles de Gaulle, l’allora capo delle forze della cosiddetta Francia Libera. E quella capitolazione senza condizioni – lo ripeto, ingannevolmente fatta passare, agli occhi dei nostri compatrioti, per “Armistizio” … – era già segretamente avvenuta il 3 Settembre 1943, a Cassibile (Siracusa, Sicilia), sotto una tenda militare, con la firma accreditata, per l’Italia, del Generale Giuseppe Castellano, e quella del Generale americano Walter Bedell Smith, per la coalizione USA-GB. Il Maresciallo Pietro Badoglio (Capo del Governo italiano, dopo l’arresto di Mussolini, il 25 Luglio 1943) si decise a rivelarla agli Italiani, alle 19:42 dell’8 Settembre 1943, dalle antenne dell’EIAR (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche), dopo che il Generale Dwight David "Ike" Eisenhower (Comandante in capo delle Forze Alleate in Europa), l’aveva già fatto, alle 17:30 (18:30 ora italiana) dello stesso giorno, dai microfoni di Radio Algeri.

 

CANZANO 2- Che cosa rappresentò realmente quell’avvenimento, per il nostro Paese?

 

MARIANTONI - Sono passati moltissimi anni da quel nefasto 8 Settembre del 1943 … Ma il destino dell’Italia continua ancora oggi ad essere legato e cristallizzato a quell’infausto e catastrofico avvenimento. Inutile nascondercelo. Quella resa – nei termini e nelle condizioni in cui avvenne – non fu soltanto un’ignobile e vergognosa capitolazione militare. Fu soprattutto il peggiore dei flagelli che gli allora responsabili dello Stato e del Governo del nostro Paese potessero infliggere alla Storia della nostra Nazione ed all’avvenire del nostro Popolo.

 

CANZANO 3– Che cosa intende, in particolare?

 

MARIANTONI – Vede, quel giorno, purtroppo, non si accettò soltanto di venir meno alla parola data e di ‘tradire con viltà’ (to badogliate: il verbo che gli Inglesi coniarono espressamente per definire quel genere di tradimento!) tutti coloro che fino a quel momento avevano caparbiamente lottato fianco a fianco, nella medesima trincea, per cercare di liberare i Popoli “numerosi di braccia” dagli “affamatori che (ieri, come oggi) continuano ferocemente a detenere il monopolio di tutte le ricchezze della Terra”. Non si accettò unicamente di deporre momentaneamente le armi, per poi immediatamente ed illogicamente riprenderle in sottordine agli ex nemici del giorno prima, nella fallace ed ipocrita illusione di potersi trasformare in co-belligeranti (in proposito, vedere: http://www.funzioniobiettivo.it/medie_file/badoglio.htm#tre) e, quindi, “co-vincitori” di quella guerra. Non si accettò esclusivamente di cancellare, con un banale tratto di penna, l’appena ritrovata dignità di un popolo che – grazie al Governo Mussolini (1922-1943) – era miracolosamente risorto dalle sue ceneri, dopo essere stato ininterrottamente assoggettato, calpestato e deriso dall’insieme delle Nazioni d’Europa e del Mediterraneo, per ben 16 secoli. Quel giorno, insomma, gli ideatori ed artefici di quella resa, si comportarono come dei veri e propri rinnegati del loro Paese.

 

CANZANO 4 – Potrebbe essere più preciso?

 

MARIANTONI – Certo. La Monarchia sabauda ed il Governo Badoglio, in obbedienza alle clausole della resa dell’8 Settemebre 1943 e d’accordo con i loro nuovi padroni anglo-americani, commisero due atti imperdonabili: da un lato, ingiunsero scelleratamente alla Flotta italiana – (per saperne di più sul premeditato atteggiamento della Marina italiana durante il Secondo conflitto mondiale, vedere: Antonino Trizzino, “Navi e poltrone”, Mondadori, Milano, 1952; “Gli amici dei nemici”, Longanesi  & C., Milano, 1959; “Sopra di noi l'oceano”, Longanesi & C., Milano, 1962; “Navi e poltrone”, edizione aggiornata e migliorata, Longanesi & C., Milano, 1963; “Settembre nero”, Longanesi & C., Milano, 1964; Romeo Bernotti, “Storia della Guerra in Mediterraneo – 1940-1943”, Vito Bianco Editore, Roma-Milano-Napoli, 1960; Pietro Caporilli, “L’Ombra di Giuda, Eroi e Traditori nella tragedia italiana”, Ed. Ardita, Roma, 1962; Angelo Iachino, “Tramonto di una grande Marina. La tattica e la strategia della nostra Marina nel Mediterraneo, durante l'ultima guerra”, Mondadori, Milano, 1966 ; Nino Bixio Lo Martire, “Navi e bugie”, ed. Schena, Milano, 1983; Gianni Rocca, “Fucilate gli Ammiragli - La tragedia della Marina italiana nella Seconda guerra mondiale”, Mondadori, Milano, 1987; Teucle Meneghini, “In Mediterraneo potevamo mettere in ginocchio l’Inghilterra”, Ed. Schena, Milano, 1999; E. Martini, A. Nani, “Navi che non combatterono”, Rivista Marittima, 2001; Carlo De Risio e Roberto Fabiani, “La Flotta tradita - La Marina italiana nella Seconda Guerra Mondiale”, De Donato-Lerici editori, Roma, 2002 ; Daniele Lembo, “Le portaerei del Duce, Le navi portaidrovolanti e le navi portaerei della Regia Marina”, Ed. Grafica MA.RO, Copiano, PV, 2004) – di consegnarsi volontariamente agli anglo-americani e, dall’altro – per distrarre il maggior numero di forze militari tedesche dai diversi fronti di guerra e creare insormontabili problemi logistici al III° Reich – sacrificarono proditoriamente, lasciandole allo sbando e senza ordini, il resto delle nostre Forze armate che furono quasi interamente disarmate e catturate dalla Wehrmacht.



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