mercoledì 30 settembre 2009

C'è sempre qualcuno più uguale degli altri.

Ma sì, è stato giusto consegnare Parlanti.



C'è sempre qualcuno più uguale degli altri.



Roman Polanski condannato in Usa per lo stupro consumato e comprovato di una minorenne, o meglio di una bambina, si era sottratto alla legge americana quando era cittadino statunitense. Arrestato in Svizzera ora che è cittadino francese è stato prontamente liberato per la mobilitazione transalpina.

Carlo Parlanti, un cittadino italiano, è stato giudicato e condannato in contumacia, a sua insaputa, perché la sua ex donna americana lo ha accusato di aver abusato di lei. L'accusa fa peraltro acqua da tutte le parti e l'accusatrice aveva già tentato il medesimo colpo ai danni del suo ex marito, americano, ma era stata dichiarata priva di qualsiasi credibilità. Cinque anni fa in Germania Carlo Parlanti venne arrestato, le autorità italiane nulla fecero per impedire che il nostro connazionale fosse consegnato agli Usa così come nulla fanno oggi perché gli vengano assicurate le cure mediche quotidianamente negate. Che sfortuna per Parlanti oltre all'essere un illustre sconosciuto l'avere anche a che fare con la Farnesina e non con il Quai d'Orsay.









Ma sì, è stato giusto liberare Polanski.



C'è sempre qualcuno più uguale degli altri



Prima pagina del Corriere della Sera: "Caia racconta i dettagli: metalmeccanico di Mirafiori in manette per stupro. La bambina al tempo dei fatti aveva 13 anni!" Bene, lo schifoso pedofilo ha quel che si merita!

Ma il corrierone te la racconta così: "Roman Polanski, una vita degna di un film", e giù coi racconti del bambino ebreo rinchiuso nel ghetto di Varsavia dai perfidi tedeschi. Che resiste, sopravvive, eroicamente diviene una star e molto meno eroicamente, a 46 anni, violenta una bambina di 13 anni dopo averla adeguatamente drogata.

Il metalmeccanico avrebbe di che pentirsi. Un bel festino in carcere dopo un lungo

periodo d'isolamento; la gogna mediatica, i familiari che negano di averlo mai conosciuto, il circo dei politici ad invocare la castrazione chimica. Roman invece ha la Bellucci che s'indigna perché, in fondo, son passati trent'anni e l'uomo è cambiato. E con la Bellucci il letamaio radical chic a gridare sdegno per i diritti del Maestro violati.

Ma sì, liberato. Volete mettere i peccatucci di gioventù (46 anni) di un ex bambino del ghetto di Varsavia, perlopiù ricco e famoso, coi pericolosi ultras, i cittadini (razzisti!) che s'incazzano con gli extracomunitari che spacciano sotto casa? E se dietro la carcerazione di Polanski ci fosse quel pericoloso rigurgito di antisemitismo?

Libertà, fratellanza! Uguaglianza, talvolta.



Tratto da: www.noreporter.org

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