venerdì 3 aprile 2009

GABRIELE SANDRI ASPETTA ANCORA GIUSTIZIA







E noi con lui.





L’undici novembre del 2007 Gabriele Sandri è stato colpito a morte da un proiettile sparato dall’agente scelto Luigi Spaccarotella che era in servizio sull’autostrada a A1, all’autogrill di Badia al Pino nella provincia di Arezzo. Spaccarotella, secondo i molti testimoni, sarebbe corso lungo la rete che lo divideva dall’autostrada e impugnando la pistola d’ordinanza a braccia tese sparò un colpo, che attraversò le sei corsie, a una distanza di circa settanta (70!) metri verso l’auto che stava uscendo dall’autogrill dove viaggiavano Gabbo e suoi amici. Non vogliamo tornare su quello che è successivamente accaduto, non ci interessa continuare a sottolineare la vigliaccheria dei media e della Polizia stessa, i cui vertici dichiararono allora di voler prendersi le proprie responsabilità. Quello che realmente ci interessa è che Gabriele non c’è più e che questa tragica vicenda chiede ancora giustizia. 


Pochi giorni fa si è riaperto il processo per l’uccisione di Gabbo e con esso si sono riaccesi i riflettori su quella tragica domenica. Il poliziotto ha inscenato il solito gioco per poter così passare da carnefice, con tanto di pistola fumante, a vittima. Infatti, l’agente scelto Luigi Spaccarotella – che ancora non ha un volto, al contrario di altri protagonisti di altrettanto scandalosi casi mediatici – si è ‘esibito’ – rigorosamente di spalle, come i peggiori criminali, che si devono nascondere - per le tv nello studio del suo avvocato ad Arezzo, recitando un copione tanto evidentemente preparato ad hoc quanto incredibilmente penoso.  Dopo una breve introduzione circa il suo presunto tentativo di inviare un messaggio di cordoglio alla famiglia Sandri – mai arrivato - ha iniziato subito a sparare a zero sui fantomatici e pericolosissimi ultras dichiarando, in risposta ad una domanda circa il suo sentirsi in in pericolo o meno: ‘Che abbia paura di ritorsioni mi sembra più che logico’ e ancora  ‘Che gli ultras siano quello che sono non c'è bisogno che lo venga a dire io. Lo sapete meglio di me’. Alla domanda sul perché avrebbe estratto la pistola dichiara: ‘Evidentemente tutti i tentativi che sono stati fatti per far smettere quello che stava succedendo sono stati vani’. Rimaniamo senza parole. Cosa stava succedendo? Ricordiamo per chi ha memoria corta che Gabriele e i suoi amici, dentro la Renault Megane, stavano uscendo dall’Autogrill e imboccando l’autostrada. Ci pare superfluo aggiungere che una rissa all’interno di una autovettura sia impossibile da mettere in atto. Come ci pare altrettanto superfluo rimarcare l’incredulità circa il fatto che un agente di pubblica sicurezza  - di grandi doti, come ci viene descritto - invece di prendere carta e penna e segnare semplicemente un numero di targa abbia deciso di estrarre una pistola, mirare e sparare giocando a fare il cowboy. Secondo le previsioni processuali Spaccarotella dovrà testimoniare il 23 o 24 Aprile, così vedremo se ancora giocherà a fare il piccolo uomo o se una volta per tutte ammetterà le sue responsabilità. Nonostante le verità nascoste e le mistificazioni del caso, tutta Italia ha visto il sorriso di Gabriele. Tutti dovremmo stringerci nel chiedere giustizia. Una giustizia doverosa che, siamo sicuri, se non arriverà nella vita terrena starà a braccia aperte aspettando nell’aldilà.





Associazione Culturale Tyr Perugia

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