mercoledì 15 aprile 2009

CON I FRATELLI ABRUZZESI, PER RICOMINCIARE.




La terra trema, tutto intorno a te si sposta e tu, impossibilitato ad intendere, ti svegli con un sussulto. E’ vero, in quei pochi secondi è impossibile capire quello che sta succedendo e non si può far nulla se non aspettare che il tutto finisca e che finisca al più presto. Ma ora, a terremoto apparentemente finito,  di cose da fare ce ne sono e tante.




Così Lunedi di Pasquetta, insieme ai ragazzi di Forza Nuova Perugia, parto alla volta delle terre abruzzesi per poter portare il materiale raccolto sin da Mercoledi e soprattutto per poter portare uno spiraglio di luce alle persone che sono state colpite così duramente.


Sveglia alle 04.00 di mattina, c’è ancora da impacchettare gli ultimi scatoloni e sistemarli nei furgoni e via, si parte. Il viaggio scorre, il tempo non aiuta, piove, ma nonostante questo non vediamo l’ora di arrivare a destinazione. Man mano che ci avviciniamo iniziamo a vedere subito che c’è movimento, è pieno di Protezione Civile e di Associazioni di solidarietà ed intorno si iniziano a vedere le prime macerie e le prime tendopoli. Le immagini fanno rabbrividire. Visitiamo e portiamo aiuti in diversi campi, compreso quello accanto alla stazione di l’Aquila. 


La mia attenzione però, si sofferma soprattutto su uno. Siamo vicino all’epicentro del terremoto, un paesino quasi sperduto che per arrivarci percorri una stradina stretta e di campagna. Appena arrivati, la gente inizia subito a salutarci e a ringraziarci prima ancora che gli avessimo dato qualcosa. Scarichiamo qui tutto quello che gli poteva servire e passiamo una ventina di minuti con loro, ci offrono caffè e colomba e, scambiandoci quattro chiacchiere, ci fanno subito capire che sono forti e che non vedono l’ora di rialzarsi dalle macerie. 


Continua a piovere e noi abbiamo altre tendopoli da aiutare, così ci salutiamo con la promessa che torneremo presto a trovarli e che gli porteremo non solo beni di prima necessità ma aiuti fisici e morali. La giornata scorre, si visitano altri campi e finito il materiale raccolto, ci rimettiamo in viaggio per Perugia.


Un giornata doverosa che, senza slogan, continuerà senza sonno finche i fratelli abruzzesi ne avranno bisogno.



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