Che si possa speculare su una disgrazia è cosa risaputa. Lo sciacallaggio infatti, è un termine che richiama a situazioni analoghe a quelle che hanno colpito in questi giorni l’Abruzzo: gente sorpresa a scavare di notte sotto le macerie, nei supermercati, nelle chiese, alla ricerca non certo di vite umane… Al disappunto per la notizia di un uomo che vendeva carne a “borsa nera” (80 euro al chilo) tra quei poveri disgraziati, deve necessariamente aggiungersi quello per le altre forme di “sciacallaggio” che in qualche modo speculano sulle nostre tragedie. Come le banche ad esempio, che pare chiedano dai 4 ai 10 euro di commissione per i bonifici destinati ai terremotati; o l’Industria dell’Edilizia, che già vede più che uno spiraglio (quasi un trampolino) per la ripresa di appalti, commesse e quant’altro. O ancora, gli interessi di visibilità, che l’altro ieri hanno raggiunto il ridicolo quando una giornalista di Rai1, in preda ad una irrefrenabile logorrea ha snocciolato dati Auditel per quasi un minuto e mezzo. Tanto è durata l’autocelebrazione di Rai1 sui dati d’ascolto (inghirlandati di percentuali share e quant’altro), relative a notiziari, Tg e interviste locali, che l’emittente ha dedicato ai telespettatori sul terremoto de L’Aquila. Un’ostentazione di cifre, percentuali e dati con l’unico scopo di far fare a Rai1 “bella figura”. Un’autocelebrazione che ha infastidito persino Giorgio Merlo, vice presidente della Commissione di Vigilanza della Rai, che ha definito “fuori luogo” aver posto tanta attenzione ai dati dell’Auditel. E così, mentre dei nostri connazionali stanno attraversando un momento tragico della loro vita, che meriterebbe un umile e comprensibile silenzio, la Rai non trova di meglio da fare che bearsi dei numeri Auditel.
Il video relativo all’episodio si può trovare al link: http://www.youtube.com/watch?v=FCIfa3KnqwQ
Articolo di Enea Baldi, tratto da www.rinascita.info
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