martedì 9 settembre 2008

PROGETTO PHILADELPHIA

Una storia ancora avvolta nel mistero
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Siamo nel 1955, quando un professore di astrofisica alla Michigan University, tale Morris K. Jessup, pubblica un interessante scritto per la Citadel press. The case for the Ufo's era tutt'altro che un delirante corredo di teorie rocambolesche, ma incarnava l'idea di un preciso e accuratissimo studio di tutta una serie di fenomeni celesti e meteorologici, misteriosi ed inspiegabili per la comunità scientifica mondiale. Tutte queste analisi erano legate ad affascinanti ipotesi di viaggi e trasporti di materia nelle diverse partizioni spazio-temporali del cosmo. Fu esattamente il 13 gennaio del 1956 che il professor Morris Jessup ricevette una lettera da tale Miguel Allende, un misterioso personaggio a lui totalmente sconosciuto,nella quale erano contenuti complessi e strani racconti, nei quali si faceva preciso riferimento ad una vicenda avvenuta nel 1943, al largo del molo di Philadelphia. Precisamente,nel giorno 28 ottobre 1943, Carlos Miguel Allende, era a bordo della nave americana Andrew Furuseth, a largo di Norfolk (Virginia). Egli raccontava nella sua esagitata e convinta descrizione di aver assistito quel giorno ad un evento assolutamente impensabile: un incrociatore della marina americana apparve di colpo dal niente, e scomparve altrettanto rapidamente dopo pochi istanti, accompaganto da una sorta di nebbia, una nebulosa densa e verdastra.

Secondo la descrizione di Allende, nei giorni a seguire, membri dell'equipaggio sarebbero stati visti smaterializzarsi più volte, mentre altri morirono proprio quel giorno, venendo rimaterializzati all'interno di muri o di sale motrici, mentre qualcuno sarebbe persino stato vittima di devastanti danni psichiatrici e ricoverato definitivamente in centri di igiene mentale. Jessup non prese sul serio quelli che riteneva i vaneggiamenti di un folle, e restò indifferente anche alla seconda lettera, ancora più enfatica ed accurata, che Allende gli inviò qualche tempo dopo.

Soltanto nel 1957, l'autore del testo, fu convocato dalla ONR, Official Naval Research, un istituto di marina dell'esercito americano. Il capitano Sidney Sherby e il comandante George Hoover, gli sottoposero una copia molto strana e particolareggiata del suo libro. Si trattava di una qualunque copia riservata alla vendita, arricchita da appunti e sottolineature di ogni genere: domande, aggiunte, rimandi ad altre teorie sui campi unificati e ad altri episodi storici che erano in grado in una certa misura di espandere il libro, tanto che venne ristampato modificato, in edizione limitata, principalmente riservata all'establishment della Marina degli Stati Uniti.

Secondo alcuni intimi amici dell’autore, egli avrebbe cominciato a preoccuparsi seriamente e a temere ripercussioni, dopo quella strana convocazione. Avrebbe, secondo alcuni, cominciato a ritenere attendibili quelle che inizialmente considerava solo folli sproloqui di un ennesimo mitomane in cerca di notorietà attraverso il suo libro. Fu nel 1959 che il corpo di Morris Jessup venne ritrovato privo di vita, all’interno della sua auto, per emissione di monossidi, ed il caso fu archiviato nell’elenco dei suicidi, frettolosamente e contrariamente all’opinione dei più stretti amici e parenti, mentre il caso della nave misteriosa e della fitta corrispondenza tra Jessup ed Allende che ad esso faceva riferimento, si spense gradualmente nelle stanze del dibattito scientifico-militare. Ma ciò non poteva convincere fino in fondo. D'altronde la smentita ufficiale degli alti gradi dell’esercito recitava “L’Official Naval Research non ha mai condotto esperimenti di smaterializzazione o teletrasporto di navi”, ma ben sappiamo che l’ONR è solo uno dei vari istituti della Marina dell’Esercito degli Stati Uniti e che fu fondato soltanto nel 1946, dunque inesistente nel 1943, all’epoca del presunto accadimento.

Negli anni 70, improvvisamente uno scrittore americano di nome Charles Berlitz, pubblicò “Bermuda: Triangolo maledetto”, un interessante racconto non scevro da intenti scientifico-analitici, che tentava di andare a fondo dei misteriosi casi legati alle sparizioni di navi ed aerei nel famosissimo triangolo delle bermuda. Manson Valentine, era un noto oceanografo e zoologo, in intenso contatto postale anni prima con Jessup. Egli era in possesso di molti dati e di molti particolari che lo stesso Jessup, all’epoca della corrispondenza con Allende, gli riferì e gli sottopose. Sarà solo nel 1980 che, insieme a William Moore, Berlitz tirerà fuori dal cassetto dei misteri il caso ormai passato alla storia come Progetto Philadelphia, pubblicando “Philadelphia Experiment: project invisibility”.

Per quanto frammentarie e a volte incerte le fonti, sappiamo con certezza che Carlos Miguel Allende era in realtà Carl Meredith Allen, un cittadino statunitense, nato a Springdale, in Pensylvania nel 1925. Secondo quanto ci riporta William Moore, egli, nella sua enfatica corrispondenza con Jessup, avrebbe fatto riferimento all’antigravità e a tutta una serie di teorie fondate sulla fisica relativistica e sulla sovrapposizione dei campi.

Dal famoso ex colonnello statunitense Philip Corso apprendiamo che fu il dragamine IX97 la nave oggetto dell’esperimento e dello spostamento temporale dal porto di Filadelfia a quello di Newport, dove era stato attraccato due settimane prima. L’esperimento utilizzò e confermò il principio dello spazio diviso oltre la soglia del quale è possibile la levitazione, il teletrasporto e il viaggio nel tempo.

Verso la fine della seconda guerra mondiale i tedeschi idearono una mina da fondale che non esplodeva quando il detector veniva attivato dai dragamine, ma risaliva fino alla superficie in tempo per colpire la nave.

L’esperimento programmato dai ricercatori della Bell si prefiggeva di poter spostare il dragamine prima dell’arrivo della mina. L’IX97 aveva tutte le attrezzature idonee già predisposte a bordo. Furono poste delle correnti trifasiche attraverso cavi elettrici a bassa frequenza compresa fra 7,5Hz e 21Hz. Il campo rotante generato doveva spezzare il campo di forze energetiche e creare uno spazio interno, separato dallo spazio universale. Un sistema che rende la nave invisibile ai sensori delle mine ma visibile a radar, strumenti acustici e all’occhio umano. Una volta che gli spazi furono separati, quello interno contenente la nave tornò cronologicamente indietro di due settimane.

L’intenzione era solo di spostare la nave allontanandola di circa un miglio dalla mina, ma l’energia utilizzata fu superiore al necessario e gli effetti furono disastrosi. I corpi dei marinai si smaterializzarono in molti spazi isolati arrivando a fondersi con le infrastrutture della nave.

L’attrezzatura di smagnetizzazione fu installata nella carena delle navi della Marina, perché l’acciaio usato per costruirle era magnetico e poteva attivare le mine quando la nave si trovava in acque che potevano contenerle.

Le forze toccate, o trattate inavvertitamente, si rivelarono più grandi di quanto immaginato e la situazione sfuggì al controllo finendo in tragedia. Qualsiasi rimedio cercato non portò a esiti positivi e i morti esigevano il silenzio sull'intera questione. Senza saperlo era stato trovato il modo di smaterializzare la materia.

Valentine ha asserito in una intervista che i motori ionici erano noti fino dal 1918 ma il loro funzionamento veniva tenuto in serbo. I fisici erano a conoscenza di quali fenomeni potevano derivare dalla generazioni dei campi magnetici ad alta intensità e ne erano terrorizzati. Gli scienziati erano concordi nel considerare che la struttura atomica è essenzialmente elettrica, in una complicata interrelazione di energie. La generazione volontaria di condizioni magnetiche implica un mutamento di fase nella materia distorcendo l’elemento tempo, che fa parte della particolare dimensione materia-energia-tempo, come quella in cui viviamo. In un contesto del genere il passaggio da una fase all’altra equivale al passaggio da un piano di esistenza ad un altro. In parole semplici vi sarebbero mondi nei mondi.

Si teorizza da tempo che il magnetismo possa essere un agente attivo in questi mutamenti radicali. L’uso della risonanza magnetica equivale al trasferimento della materia in un altro livello o dimensione.

Per Jessup ogni campo elettrico generato in una bobina rappresenta un piano, ma poiché esistono tre piani di spazio ci deve essere un altro piano, forse gravitazionale. Collegando i generatori elettromagnetici in modo da produrre un impulso magnetico è possibile creare questo campo con il principio di risonanza. Ne consegue che un campo gravitazionale puro può esistere senza un campo elettromagnetico, ma un campo elettromagnetico non può esistere senza campo gravitazionale che lo accompagna.

Nel corso degli anni 80, improvvisamente comparve sulle scene un altro testimone oculare della vicenda tale Al Bielek, a suo dire, addetto elettronico dell’equipaggio della nave in questione, la USS Eldrige. Secondo la sua confessione quel giorno avvenne qualcosa di ancor più impensabile rispetto a quanto descritto da Allen: l’incrociatore militare non solo avrebbe subito una smaterializzazione ed uno spostamento elettromagnetico, ma avrebbe anche viaggiato nel tempo, passando dal 1943 al 1983 per poi tornare al 1943 e concludere l’esperimento. Oltre alla sua evidente stranezza questa versione verrebbe a cozzare, anche con la storia di Allen, che faceva chiaro riferimento al mese di ottobre, mentre al Bielek insisteva sul mese di agosto. Nel 1984, il fil fantascientifico Philadelphia Experiment, esce nei cinema, riportando in auge la questione, che improvvisamente tornò sulla bocca di tutti. Ma il chiaro tocco fantasioso, e l’estetismo di una rappresentazione come quella artistica e cinematografica, non potevano restituire alla vicenda la sua originaria peculiarità seriamente scientifica e astrofisica.

Fino ai giorni d’oggi, l’accaduto di quel 28 ottobre 1943 resta ancora avvolto nel mistero, ma nulla può impedire di mettere in dubbio chiunque resti indifferente di fronte a certe ipotesi, conoscendo l’enorme e a volte misterioso potenziale dell’esercito atlantico.



Associazione Culturale TYR – Comunità Militante Perugia

1 commento:

  1. Interessante.

    Soprattutto la conclusione "L’enorme e a volte misterioso potenziale dell’esercito atlantico."



    Sul potere e, soprattutto, la proprietà scientifica ho qualcosa da domandarvi qui:



    http://carnefice.splinder.com/post/18781479



    Grazie e ciao.



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