mercoledì 2 maggio 2012

I POWs di Maghaberry interrompono le trattative.

Dopo due anni di proteste e tentativi di mediazione, i detenuti politici repubblicani detenuti nel carcere di Maghaberry hanno deciso di interrompere tutte le trattative con mediatori e partiti politici. In una dichiarazione, datata 23 aprile23 aprile 2012, i POWs hanno dichiarato definitivamente fallito ogni tentativo di raggiungere l’attuazione dell’accordo sottoscritto nell’agosto del 2010 tra prigionieri e le autorità penitenziarie, mai messo in pratica da queste ultime. “Quando abbiamo avviato la protesta, nell’aprile 2010, avevamo individuato due questioni principali che dovevano essere risolte” affermano i prigionieri della Roe House 4 citando le tristemente note strip searches e il movimento controllato. Nell’accordo i prigionieri avevano anche sottolineato che qualsiasi accordo avrebbe dovuto prendere in considerazione altre questioni importanti, come la necessità che le autorità carcerarie interagissero con i prigionieri repubblicani in quanto gruppo e non individualmente.
“Recentemente, David Ford ha accettato il fatto che le strip searches debbano essere rimpiazzate con la tecnologia, ma ha rifiutato di fissare un lasso di tempo entro il quale dovrebbe avvenire  l’attuazione e in ogni caso, ancora più grave, non si è consultato con noi per quanto riguarda la natura di ogni nuova tecnologia proposta”, hanno fatto sapere i POW’s, evidenziando che la tecnologia concordata nell’accordo di agosto 2012, e cioè l’uso della cosiddetta boss chair, era ed è tuttora sufficiente a soddisfare le esigenze di sicurezza della polizia penitenziaria. “Ogni nuova tecnologia che ci verrà imposta senza consultazione – hanno quindi sottolineato i detenuti - sarà un’altra violazione dell’accordo di agosto”. Tutto questo, il disinteresse delle autorità penitenziarie, l’immobilismo delle autorità competenti, non può essere più tollerato, soprattutto perché i prigionieri di Maghaberry hanno sempre dimostrato la volontà di incontrare tutte le parti in causa, compresi i partiti politici, i mediatori indipendenti e il team di valutazione nominato da David Ford. “Noi crediamo di aver sempre messo in chiaro la nostra posizione in relazione a tutte le questioni in innumerevoli occasioni. Dato che sono ormai trascorsi quasi due anni da quando abbiamo iniziato la nostra politica di impegno per risolvere le questioni in sospeso e il conseguente fallimento nell’ottenere un reale cambiamento necessario, ora siamo fermamente convinti che qualsiasi futuro impegno con ognuna delle parti sarebbe inutile”. E così, a partire da lunedì scorso, è cessato qualunque impegno dei detenuti ad incontrare partiti politici, mediatori o il team di valutazione. Una posizione dura, ma inevitabile dopo due anni di proteste e violazioni di ogni termine dell’accordo sottoscritto nell’estate 2012. Due anni durante i quali molti prigionieri di Maghaberry hanno iniziato – e portano avanti - una dirty protest, che ora rischia di diventare qualcosa di più. Le premesse per una nuova stagione di scioperi della fame ci sono tutte. Di fronte a questa ferma presa di posizione, il Family and Friends of Republican Prisoners Maghaberry ha immediatamente appoggiato la scelta dei detenuti. Mandy Duffy, responsabile dell’associazione, ha diramato un comunicato nel quale dichiara che i parenti dei prigionieri comprendono e accettano questa linea d’azione. “Alla luce di questi recenti sviluppi – scrive Mandy Duffy - il Family and Friends Group adotterà lo stesso approccio, e da oggi non incontrerà più nessuno di coloro che i prigionieri menzionano nella loro dichiarazione”. Intanto, la manifestazione svoltasi sabato scorso a Derry per chiedere la liberazione di Marian Price (fino a qualche settimana fa anche lei detenuta a Maghaberry e ora rinchiusa nel carcere femminile di Hydebank) ha ottenuto una grande partecipazione: quasi mille persone si sono riunite alla Guildhall Square per ricordare che Marian è detenuta senza alcuna prova a suo carico, così come altri prigionieri repubblicani, e che le sue condizioni di salute si stanno rapidamente deteriorando. “Mia moglie è in ostaggio”, ha dichiarato Jerry McGlinchey, marito della leader del 32 Csm. Pat Ramsey, deputato del Sdlp, si è rivolto alla folla sottolineando che “qui ci sono persone di tutti gli schieramenti politici – e c’è chi non è schierato… (…) E non staremo in silenzio finché Marian Price, Tony Taylor, Gerry McGeough e Martin Corey non saranno a casa con le loro famiglie, e la protesta nella Roe House non si concluderà con la restituzione della dignità a chi vi è rinchiuso”.


di Alessia Lai, www.rinascita.eu

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