mercoledì 2 maggio 2012

Tensioni in Kosovo a pochi giorni dal voto serbo.

Le elezioni serbe si avvicinano, e la tensione in Kosovo continua a crescere. Il ministro degli Interni serbo, Ivica Dacic (foto), ha affermato domenica che i servizi d’intelligence di Belgrado e quelli di altri Paesi hanno ottenuto informazioni secondo le quali ci sarebbero piani per impedire le elezioni amministrative nel Kosovo settentrionale. Si tratta della regione kosovara abitata in prevalenza da serbi nonostante facciano capo a Pristina e le cui municipalità intendono partecipare alle elezioni locali (oltre che a quelle politiche e presidenziali) del 6 maggio prossimo.
“Ci sono informazioni, che non sono solo nostre ma anche di servizi stranieri, secondo cui non solo le autorità di Pristina, ma diversi gruppi che non possono in alcun modo essere considerati sotto il controllo della Kfor e di Eulex, stanno preparando azioni che sarebbero dirette ad interferire con le elezioni in Kosovo”, ha detto Dacic secondo quanto riferito dalla radio belgradese B92, aggiungendo che questi gruppi, organizzazioni estremiste paramilitari, avrebbero pianificato attacchi ai seggi elettorali, furti di urne elettorali, arresti ed attacchi alle commissioni elettorali locali. Gruppi che, ha sottolineato Dacic, non possono agire “senza che lo sappiano le autorità di Pristina”. Il ministro serbo0 ha quindi definito di cruciale importanza raggiungere un accordo con le istituzioni internazionali che consenta la pacifica celebrazione delle elezioni in Kosovo. “Per noi è indifferente che sia l’Unmik (la missione Onu in Kosovo) o l’Osce (l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa), perché la Serbia partecipa a entrambe le organizzazioni”. E l’accordo sembra si arrivato ieri. Secondo B92, infatti, l’Osce gestirà il voto nel Kosovo settentrionale in base a dei approvati anche da Belgrado criteri per garantire lo svolgimento delle elezioni presidenziali e parlamentari serbe. “Convocare le elezioni con l’aiuto dell’Osce, nel rispetto della legge serba ed in linea con la risoluzione Onu 1244/99 (che sancisce l’integrità territoriale serba, ndr) è un grande successo per noi”, ha commentato ieri Ivica Dacic, confermando la chiusura dell’intesa con l’Organizzazione basata a Vienna e guidata dall’italiano, Lamberto Zannier. L’Osce dovrebbe dunque assistere Belgrado a convocare proprie elezioni in Kosovo, ma solo a livello di presidenziali e legislative, escluse le amministrative, anch’esse convocate in Serbia. Inoltre il calcolo dei voti avverrà a Raska, città serba situata nei pressi del confine, e non sul territorio kosovaro.  Una decisione che non piace né al Consiglio nazionale serbo nel nord del Kosovo (Snv) né a Pristina, chiaramente per ragioni diverse.  Il Snv ha infatti definito “inaccettabile” la decisione del governo e della Commissione elettorale di Belgrado di trasferire all’Osce la responsabilità del processo elettorale, senza contare che “nel pacchetto” non è ricompreso il voto amministrativo. “La decisione di conteggiare i voti in Serbia e non in Kosovo significa che le elezioni si svolgono in un altro paese” , ha dichiarato il presidente dell’associazione, Milan Ivanovic. Ivanovic, citato dal’emittente televisiva serba Prva, ha aggiunto che non ancora chiaro come saranno calcolati i voti, ma che l’unica cosa sicura è che “nonostante l’opposizione di Bruxelles, Belgrado e Pristina, a Zvecan e Zubin Potok (città kosovare a maggioranza serba, ndr) si voterà il sei maggio prossimo per le elezioni amministrative serbe”.Per gli albanesi, invece l’impegno assunto dall’Osce ad assistere il governo di Belgrado nella convocazione di proprie elezioni nei territori kosovari rimasti a maggioranza serba è “un tradimento”. Il quotidiano di Pristina Zeri, ha parlato di un  “governo (kosovaro) pronto ad intervenire con la forza in caso di tradimento dell’Osce”. Ma gli albanesi non hanno di che temere, la Kfor ha già fatto sapere che, pur dovendo tutelare “i diritti legittimi dei serbi del nord, allo stesso tempo dobbiamo rispettare la legge che vieta la celebrazione delle elezioni locali, visto che il Kosovo è un paese sovrano”.


di Alessia Lai, www.rinascita.eu

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