E’ recentemente uscito in libreria “Le voci del silenzio – Storie di italiani detenuti all’estero”, scritto per Eclettica Edizioni dai giovani free-lance Fabio Polese e Federico Cenci, perugino il primo e romano il secondo. Il Sito di Perugia li ha incontrati per porgli qualche domanda su questo argomento, estremamente attuale e poco approfondito dagli organi d’informazione.
Come avete avuto l’idea di scrivere questo libro-inchiesta sui detenuti italiani all’estero?
L’interesse è nato dopo esserci accorti che ad alcune disavventure giudiziarie, in cui erano incappati nostri connazionali all’estero, non veniva dedicato dai maggiori quotidiani più di un misero trafiletto. Ci sembrava piuttosto ingeneroso verso di loro e verso i fruitori dell’informazione, soprattutto a fronte della sovraesposizione mediatica di cui invece godono abitualmente vicende a nostro avviso di minore interesse sociale.
E’ così che abbiamo provato a colmare noi questo vuoto, iniziandoci ad occupare del tema, in origine senza lo scopo di ricavarne un libro ma esclusivamente per “passione giornalistica”. In un secondo momento, una volta effettuato un certo numero di inchieste, ci è sembrato opportuno raccoglierle in un libro, anche per consentirgli una maggiore eco attraverso la diffusione editoriale.
Avete avuto difficoltà nel reperire informazioni per la stesura del libro?
Diciamo subito che è un argomento abbastanza scomodo, qualche difficoltà l’abbiamo trovata. Alcuni familiari che prima erano pronti a raccontarci la loro storia sono spariti nel nulla. Altri li stiamo ancora aspettando. Con altri, invece, siamo in stretto contatto per seguire le novità dei loro casi. Nei media di massa - come dicevamo prima - questo genere di argomento non ha molta esposizione, dunque abbiamo trovato poco e nulla. In compenso, abbiamo reperito molto materiale grazie a gruppi virtuali e siti che sono stati creati a sostegno dei detenuti. E grazie al presidente della Onlus Prigionieri del Silenzio, Katia Anedda, che ci ha fornito molte cose che ci occorrevano per indagare i casi, oltre a diversi contatti.
Quali sono le maggiori difficoltà per gli italiani imprigionati oltreconfine?
Uno dei principali problemi è sicuramente legato alla gravosa spesa economica che i familiari dei detenuti sono costretti ad affrontare. C’è il mantenimento del detenuto, le spese legali sono elevate. Poi, ovviamente, c’è un problema di comunicazione. Non solo linguistica (alcuni Stati non forniscono un interprete in sede processuale), ma anche dovuta al fatto che, molto spesso, la cultura del Paese straniero è completamente diversa dalla nostra. Secondo le testimonianze che abbiamo raccolto, inoltre, mancherebbe un concreto appoggio da parte delle Istituzioni sia nei luoghi di detenzione sia in Italia.
Ci sono associazioni che cercano di dare risposte concrete a questi problemi?
Esiste la Onlus “Prigionieri del Silenzio”, cui abbiamo accennato prima. E’ stata costituita nel febbraio 2008 e si occupa concretamente della tutela dei diritti umani degli italiani detenuti all’estero. Sino ad oggi si è occupata di un centinaio di casi, facendo proposte agli enti governativi e dando suggerimenti per un corretto supporto alle famiglie. Purtroppo – come ci hanno spiegato nell’intervista che trovate nel libro – anche loro debbono scontrarsi con difficoltà talvolta davvero preclusive.
Il caso che vi ha più colpito?
Ogni storia tra quelle da noi trattate possiede aspetti toccanti. Non può non lasciare oltremisura sgomenti, tuttavia, la storia di Mariano Pasqualin. Un ragazzo di Vicenza arrestato per traffico di stupefacenti a Santo Domingo, in una cui galera ha trovato poi la morte in circostanze alquanto sospette. Sua sorella Ornella ci ha trasmesso una grande forza d’animo, ma anche il dolore lacerante che ha colpito tutta la loro famiglia.
A Perugia, dove si può trovare il libro?
Il libro si può trovare alla libreria Feltrinelli. In ogni caso, è possibile richiederlo direttamente alla casa editrice alla mail: info@ecletticaedizioni.com. Inoltre potete contattarci direttamente sul nostro sito web www.levocidelsilenzio.com, dove è possibile anche segnalare la vostra storia come italiani detenuti all’estero o quelle di cui siete a conoscenza.
Grazie e complimenti per il lavoro. (Leonardo Varasano)
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