martedì 27 dicembre 2011

Solstizio d’Inverno 2011, Monti Sibillini.


Ogni anno il 21 dicembre accade che ci sono uomini che decidono di fuggire dalla quotidianità per mettersi in marcia, con zaino in spalla, verso una vetta e lì affrancarsi dalla pesantezza della vita moderna e della vuota vita borghese. In questa data, ogni anno, alcune anime inquiete trovano rifugio nel silenzio assordante della natura che allieva le loro sofferenze patite durante tutto l’arco dell’anno a causa della routine della vita metropolitana e cittadina che sono costretti a vivere. Questi uomini sentono un richiamo irrefrenabile per l’avventura, la sfida, la lotta, i sogni ma l’epoca in cui oggi vivono non consente loro simili slanci e ciò nuoce al loro spirito e le loro anime ne soffrono quasi in maniera irreprensibile. Per questo motivo quando arriva il 21 dicembre, questi uomini non riescono a frenarsi dinanzi al richiamo del sole, unico vero motore spirituale e unica vera tensione verticale delle loro vite. Il freddo che patiscono salendo verso la meta sembra scaldare più di qualsiasi affermazione individuale che hanno nelle loro vite di tutti i giorni. La soddisfazione di ascoltarsi e di dar voce al proprio spirito, mentre si sale in silenzio senza distrazioni e provando la fatica fisica del peso del  proprio zaino imbottito di legna, cibo e letture, va al di là di qualsiasi spiegazione razionale. In queste situazioni ricominci a dialogare con te stesso, con il tuo essere e ricominci ad imparare a vivere senza i contorni inutili di questa società artificiale ritornando almeno per una notte all’essenza. Ecco anche quest’anno ci siamo messi in marcia per raggiungere la nostra vetta e lì accendere il nostro fuoco per affrontare la notte più lunga dell’anno e salutare l’alba di una nuova stagione dove il festeggiato è il sole ma i protagonisti torniamo ad essere noi. Tra canti, bevute, letture, confronti e riflessioni,  il nostro fuoco arde per tutta la notte e brucia con sè le insofferenze della  grigia società materialistica a cui noi proprio non sappiamo adattarci. Il nostro è un levare al cielo un grido di cocente riscatto ed un bruciare una preghiera di elevazione per vincere le tenebre e spezzare le  catene della mortale vita terrena. Quindi come tutti gli anni anche quest’anno abbiamo scelto di sfidare noi stessi sui Monti Sibillini, innevati e gelidi, ma dove ormai sembra essersi creato un legame forte per cui recepiamo istintivamente di essere in questo suggestivo luogo un posto famigliare e nonostante la stanchezza e il freddo il sorriso non ci abbandona per tutto il tragitto. Come sempre, la salita, ha un significato molto diverso della discesa. Salendo i momenti in cui si è soli con se stessi sono accompagnati tra di noi da scambi di vedute e riflessioni seriose quasi a dover gettare un seme da far crescere dopo il Solstizio, i momenti di silenzio servono invece a domandarsi come e cosa far nascere mentre ci si interroga sui problemi che affliggono le nostre esistenze. La natura ci mette alla prova, la neve non permette una salita agevole, i pensieri affaticano il passo, il freddo e il vento fanno il resto. Il mattino seguente la discesa ha un sapore diverso a significare che questa notte passata con i tuoi fratelli accanto al fuoco, ha lasciato dentro di noi una traccia importante. Il passo è leggero ma dopo alcuni momenti di silenzio in cui racchiudiamo in noi la consapevolezza di ciò che abbiamo promesso a noi stessi, si ricomincia a ridere e scherzare, felici di aver rafforzato le nostre convinzioni e il nostro spirito senza dimenticare la sana goliardia a riprova della piena giovinezza ritrovata. Torniamo in macchina e ci accingiamo a tornare nelle nostre città ma in cuor nostro portiamo un fuoco interiore che arderà ancora fino al prossimo Solstizio.

 



Associazione Culturale Zenit Roma

associazioneculturalezenit.wordpress.com



Associazione Culturale Tyr Perugia

www.controventopg.splinder.com


 




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