venerdì 23 dicembre 2011

Italia-Israele: 'prove generali di guerra' nei cieli palestinesi.


Sotto, i Territori Palestinesi Occupati. Sopra, nei cieli, delle 'prove generali di guerra', con voli acrobatici e simulazioni di scontri aerei.



Nei panni del nemico, questa volta, il “team rosso” italiano, con Tornado ed Eurofighter, che ha simulato operazioni di attacco contro l'avversario israeliano, per mettere alla prova l’efficacia di quelle missioni definite, in gergo militare, “Composite air operation” (Comao), e che vedono la collaborazione di diverse forze aeree per interventi  “nel corso di crisi internazionali”. 



L’operazione “Desert Dusk” è un’esercitazione che rientra nel programma di collaborazione militare e coordinamento tra l’aeronautica italiana e quella israeliana, finalizzata a mettere a punto procedure e tecniche di azione congiunta per l’intervento in zone di crisi, e che si è svolta nella base militare di Ovda, nel deserto del Neghev, solitamente utilizzata come scalo di charter turistici verso le località del Mar Rosso.



Venticinque i velivoli impegnati, tra cui gli F15 e gli F16 dell’Aeronautica israeliana, oltre a quelli di Grosseto, del 36° Stormo di Gioia del Colle e del 50° di Piacenza, per un totale di 100 missioni di volo e 150 militari impegnati. 



Duelli nei cieli, lanci di missili, bombardamenti e inseguimenti che hanno costituito, secondo il Generale di divisione aerea italiano Enzo Vecciarelli, “un’ottima opportunità addestrativa, perché condotta in un paese che vanta eccellenze nel campo della Difesa”. 



Che Israele sia in cerca di nuove alleanze nell’area, con lo spettro della guerra contro l’Iran sempre più tangibile, non è cosa nuova.



A fine ottobre era stata la Turchia a negare l’autorizzazione a sorvolare il proprio spazio aereo alle esercitazioni militari israeliane, portando la I.A.F. a chiedere la disponibilità, subito accordata, della base militare di Decimomannu, in Sardegna.  



In quell’occasione la regione, la cui area corrisponde a quella di Israele, è stata sorvolata in lungo e in largo dai velivoli militari israeliani nell’operazione di addestramento “Vega 2011”, nella quale per la prima volta sono stati utilizzati gli “Eitam”, aerei radar impiegati nella simulazione di operazioni di intercettazione nemica.



Da parte sua, l’aviazione militare italiana ha messo a disposizione i propri Eurofighter Tornado, gli stessi di cui è dotata anche l’Arabia Saudita.



Il quotidiano israeliano The Jerusalem Post, in quella occasione, aveva commentato che “di fronte alla minaccia iraniana l’aviazione israeliana ha intensificato le proprie esercitazioni all’estero”, sin dall’attacco “Piombo Fuso” su Gaza (2008 – 2009).



Un’alleanza antica, quella con l’Italia, che sin dal secondo dopoguerra ha stretto i legami con un’aviazione militare israeliana tutta da creare.



È il 1948 quando nell’aeroporto romano dell’Urbe viene istituita una base di formazione e addestramento per i piloti che comporranno la nuova aviazione ebraica, come racconta Eric Salerno nel suo “Mossad base Italia”. 



E una ricerca di alleanze strategiche nell’area Nato, per Israele, alle cui forze di aviazione ha chiesto a più riprese una collaborazione strategica, sperando di potersi esercitare nei cieli di altri paesi e di ospitare battaglioni nel proprio territorio. Uno scambio andato a buon fine, per ora, con l’Italia e con la Grecia, ospitata nella base di Ovda lo scorso novembre.



Esercitazioni che, per quanto riguarda il nostro paese, fanno solo da sfondo a un altro genere di collaborazione.



Nel corso del 2011 infatti, sono stati diversi gli incontri al vertice tra i massimi rappresentanti delle due aviazioni militari. Gli “Air-to-Air Talks”, che hanno visto a febbraio l’incontro a Roma tra il Sottocapo di stato maggiore israeliano Nimrod Sheffer e il Generale Maurizio Ludovisi, e a giugno la visita ufficiale nella capitale del Comandante delle forze aeree israeliane, Ido Nehusthan.



Colloqui che, come riportato dal portale dell’Aeronautica militare, “hanno riguardato i principali programmi di cooperazione in atto, con particolare riferimento all’uso degli Uav (i velivoli a pilotaggio remoto, ndr)”. 



Secondo il quotidiano israeliano Ha’aretz, ci sarebbe da parte israeliana l’interesse all’acquisto di nuovi mezzi prodotti da Alenia Aermacchi, e Finmeccanica avrebbe già firmato accordi quadro per rifornire l’Italia di aerei senza pilota e nuovi radar.



http://www.osservatorioiraq.it/italia-israele-prove-generali-di-guerra-nei-cieli-palestinesi


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