In pratica, con la decisione del Consiglio di Stato, cosa è accaduto?
E’ accaduto quel che dicevamo da sempre: non si può costringere il tifoso, giocando sulle sue passioni, a sottoscrivere una carta di credito. E’ una pratica commerciale scorretta e Codacons con Federsupporter hanno fatto bene ad insistere sul punto. Il Consiglio di Stato ha ritenuto che il tifoso, pur di seguire la sua squadra, potrebbe accettare una carta che – se libero di scegliere – non sottoscriverebbe.
Il Tar deve riunirsi di nuovo per discutere nel merito il ricorso presentato da Codacons e Federsupporter. Cosa potrebbe succedere se ci fosse realmente l’illegittimità denunciata dai due enti?
Le società dovrebbero consentire di fare una tessera del tifoso che non sia necessariamente carta di credito. Ciò svuoterebbe di contenuto la vera ragione per cui la tessera è stata introdotta: un modo di far soldi speculando sulla passione del tifoso.
I tifosi potrebbero davvero tornare ad affollare i settori ospiti degli stadi?
Lo auspico. Gli stadi italiani sono una tristezza e i tifosi in trasferta non vanno più. Perché questo avvenga è necessaria la modifica dell’art. 9.
Anche nel suo sito, invita a riflettere non tanto sulla tessera del tifoso, ma sull’articolo 9 che viene applicato a prescindere dalla tessera del tifoso, sui singoli biglietti. Cosa significa?
Significa che già quando acquisto un singolo biglietto, la Questura controlla se ho il diritto di accedere in uno stadio. E ciò rende la tessera inutile. Ciò che ora chiedono i tifosi è di rivedere l’art. 9 della legeg Amato, che attualmente vieta a vita la possibilità per una persona che ha scontato la sua condanna per reati da stadio, anche minimali, di avere un biglietto per qualsiasi manifestazione sportiva, anche di hockey su prato, per tutta la vita.
Intervista di Fabio Polese,
http://www.agenziastampaitalia.it/index.php?option=com_content&view=article&id=6158:lorenzo-contucci-non-si-puo-costringere-il-tifoso-a-sottoscrivere-una-carta-di-credito&catid=16:italia&Itemid=39
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