Dicembre 2011, di Franco Nerozzi, Comunità Solidarista Popoli
“Non l’impegno di un giorno o di un anno, ma la determinazione di tutta una vita”. La frase di Carlo Terracciano è riportata nelle insegne delle cliniche di “Popoli” che sorgono (e risorgono dopo essere state distrutte dall’esercito birmano) nello Stato Karen. Una frase che noi della Comunità dovremmo sempre cercare di portare nel cuore, promemoria granitico di una promessa fatta dieci anni fa.
L’esempio di chi ha saputo fare della sua vita una barricata contro la decadenza, il conformismo, l’omologazione, il mondialismo, dovrebbe accompagnarci quotidianamente, aiutandoci a superare i piccoli e grandi ostacoli che si presentano sulla via. Non sempre accade. E’ umano. A volte veniamo distratti ad opera di quelli che ci circondano, ingannati dai numerosi trucchi che la vita, per sua natura, mette in campo. Quasi a testare la nostra forza, a saggiare la sincerità delle nostre intenzioni.
Per chi come me ha il privilegio di visitare con una buona frequenza il teatro dell’attività di “Popoli”, le cose sono più facili. Quando si conclude una missione come quella appena terminata (45 giorni lungo il confine birmano-thailandese) ci si porta a casa la solida convinzione che ciò che è stato realizzato finora abbia una dignità e una organicità che fanno sentire più vicine le parole di Carlo. Nei dieci anni appena trascorsi la determinazione ha avuto la meglio sul mare di incertezza, dubbio, timore, pigrizia e stanchezza che la nostra imbarcazione ha dovuto attraversare, e possiamo tranquillamente affermare che nei territori da cui ora rientriamo la promessa è stata mantenuta. L’azione della Comunità Solidarista Popoli ha avuto carattere di continuità e stabilità, al punto da non essere nemmeno più considerata “un intervento” nel campo umanitario, bensì “un fattore” (un piccolo fattore beninteso) nell’ambito del processo di ricostruzione di una società tradizionale che cerca di risorgere dopo più di sessanta anni di una guerra non ancora conclusa.
Non solo le cliniche che forniscono assistenza sanitaria, non solo le scuole che accolgono alunni dai 3 a i 12 anni, non solo i villaggi ricostruiti per accogliere i profughi interni e per ridare una prospettiva di attività agricola a quelli che rientrano dai campi tailandesi, non solo la fornitura di generi di prima necessità in occasione di emergenze e gli interventi di primo soccorso durante le operazioni militari.
In questi dieci anni la Comunità ha affiancato il Popolo Karen cercando di dare un contributo anche nel campo “diplomatico”, rappresentando, su incarico ufficiale, le istanze della Karen National Union presso il Governo Italiano e presso istituzioni nazionali ed europee, e ricoprendo a volte un ruolo di “consigliere speciale” in occasione di momenti particolarmente critici. Volontari di “Popoli” hanno seguito le truppe dell’Esercito di Liberazione Nazionale sulla linea del fronte, per documentare i diversi aspetti del conflitto e per mostrare concretamente ai Karen che la nostra solidarietà vuol dire anche condivisione fisica di situazioni difficili e sostegno morale e politico ad una lotta che ha come obiettivo finale la sconfitta dell’occupante straniero e la fine dello sfruttamento del territorio da parte delle fameliche compagnie multinazionali, dei trafficanti di stupefacenti, dei businessmen legati al governo birmano.
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http://www.comunitapopoli.org/uploads/determinazione.pdf
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