venerdì 12 marzo 2010

ENTRO UN MESE RISORGERA' LA CLINICA "CARLO TERRACCIANO".

Si è conclusa da poche ore una nuova missione congiunta di "Popoli" e "L'Uomo Libero" nella regione Karen. I volontari riportano buone notizie, dopo un anno e mezzo in cui avevamo dovuto registrare numerosi avvenimenti drammatici. Dopo essere stati testimoni della rioccupazione di diverse aree nel distretto di Dooplaya, avvenuta nelle prime settimane di febbraio da parte degli uomini del colonnello Nerdah Mya, abbiamo potuto assistere alla toccante scena di numerosi profughi interni che, lasciati i loro ripari di fortuna e i nascondigli in cui si erano rifugiati dopo l'arrivo delle truppe birmane e dei partigiani collaborazionisti del DKBA, chiedevano di potersi stabilire nelle vicinanze del campo militare allestito dal Karen National Liberation Army, per poter godere della protezione della resistenza patriottica. Così, mentre un medico di "Popoli" visitava i profughi sotto una tenda, i responsabili del Dipartimento della Sanità e del Welfare dell'Unione Nazionale Karen raccoglievano i dati delle famiglie in cerca di una sistemazione. Grazie al generosissimo e immediato intervento di una coppia di amici italiani che hanno preso a cuore la sorte di questi profughi e hanno chiesto di non essere menzionati, i lavori di ricostruzione di un villaggio che era stato bruciato dai birmani diversi mesi fa sono iniziati lo stesso giorno, precisamente il 3 marzo. Questi amici hanno donato una cifra che copre l'intera spesa della realizzazione dell'insediamento e della riattivazione di un pozzo per l'acqua. Gli uomini delle "Special Black Forces" hanno ripulito la zona dalle mine antiuomo che i soldati di Rangoon avevano lasciato attorno ai resti del villaggio per impedire il ritorno degli abitanti, e hanno iniziato a lavorare per realizzare le prime delle 12 abitazioni previste nella fase uno del progetto. Contemporaneamente, i guerriglieri hanno affisso nella zona e in diversi villaggi del distretto dei manifesti che inneggiano all'unità del popolo Karen e alla doverosa resistenza contro l'invasore birmano a difesa dei civili. La presenza dell'Esercito di Liberazione (che sta prendendo posizione in diversi punti strategici del distretto) ha quindi dato coraggio ai profughi che fino a pochi giorni fa non avevano alcuna speranza di tornare ad una vita normale: ora invece si apre anche la possibilità di lavorare dei terreni per procurarsi il cibo e rendersi autosufficienti. Nello stesso villaggio, sul quale al momento non forniamo informazioni più precise per ragioni di sicurezza, entro qualche settimana risorgerà una clinica dedicata alla memoria di Carlo Terracciano, come avevamo annunciato poco dopo la distruzione della precedente struttura intitolata all'amico e maestro. L'assistenza ai profughi della zona non era mai venuta meno del tutto: anche durante l'occupazione birmana dell'area, i team formati dagli infermieri di "Popoli", dotati di zaini riempiti di farmaci e strumenti, hanno cercato per quanto possibile di raggiungere il maggior numero di civili nascosti nella giungla. Adesso il lavoro dei "medics" potrà svolgersi con più continuità, e soprattutto con una maggiore sicurezza, garantita dai volontari dei corpi franchi di Nerdah Mya. Buone notizie, quindi, anche se, come ben sappiamo, la situazione nella regione Karen resta di estrema gravità. L'esercito birmano non ferma gli attacchi contro gli obiettivi civili: una pratica infame che dovrebbe imporre alle diplomazie una intransigente presa di posizione nei confronti della giunta militare con cui si sta trattando in vista delle annunciate ma ancora non programmate elezioni. Proprio ieri, l'Unione Nazionale Karen ha chiesto al Segretario Generale dell'O.N.U. di porre come condizione alla continuazione di un dialogo con il regime di Rangoon la cessazione immediata da parte dei Generali di ogni attività militare contro la popolazione civile. Una richiesta che sarà a breve inoltrata anche all'inviato speciale per la Birmania dell'Unione Europea.



www.comunitapopoli.org

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