sabato 21 giugno 2008

PIM PUM PAM: MA STAVOLTA NON E’ UN GIOCO…


Stiamo assistendo da dieci giorni ormai ad un totale caos, provocato dal nuovo PUM, Piano Urbano per la Mobilità di Perugia, introdotto dal Comune, al fine di rivoluzionare tutto il sistema della viabilità nei territori della nostra Acropoli e delle sue periferie. I vecchi bus “numerati” vengono allo stato attuale contraddistinti da lettere, ma ciò che più preoccupa, al di là delle in fin dei conti irrilevanti variazioni simbologiche, è la riduzione del numero e della frequenza di transito. Il vecchio orario, che, nella sua fascia invernale, prevedeva un autobus ogni venti minuti nelle zone a ridosso del centro, ed uno ogni trenta nelle zone periferiche, è stato sostituto con un orario uniformemente riformato, con periodi di transito dell’ordine di un autobus ogni trenta, quaranta o addirittura, in certi frangenti della giornata ed in certe zone, cinquanta minuti. Al problema temporale (se così possiamo nominarlo), si aggiunge indubbiamente persino il problema di tipo spaziale: riducendo il numero delle linee bus, viene da sé che il percorso effettuato un tempo da tre o quattro pullman, ora è quasi completamente sulle spalle di una sola linea, con gravi ripercussioni sui tempi di percorrenza, sia per eccesso che per difetto. Come possiamo facilmente intuire, i due problemi non sono né scindibili né analizzabili separatamente, dacchè vanno a compenetrarsi ed a condizionarsi a vicenda. In alcuni casi, i percorsi sono cambiati radicalmente, e non rispecchiano le precedenti tratte, che risultano persino spezzate in più aree, da dove si consiglia di proseguire per centinaia di metri a piedi, verso la più vicina stazione del fatidico Minimetrò. E, a dirla tutta, il vero e proprio nucleo della vicenda Pum, sembra esattamente situarsi in questa nuova struttura. Non ci pare aleatorio che molte delle fermate APM situate in prossimità dell’impianto del Minimetrò siano state cancellate, così come molti percorsi siano stati esattamente pensati in forza della nuova logica di unicità, o meglio dire, continuità, del trasporto intermediale. Lo stesso nuovo biglietto, definito Up (Unico Perugia), consente una percorrenza di settanta minuti, in qualunque mezzo di trasporto (pullman, treno FS cittadino e minimetrò), quante volte si preferisce, rendendo più varia la scelta del mezzo, ma più scarso, più discontinuo, maledettamente estenuante e meno efficiente il trasporto. Considerando le fasce di utenza del servizio di trasporto (principalmente anziani e studenti, tanto autoctoni quanto forestieri), possiamo comprendere l’enorme portata sociale, del problema, specie per i numerosi anziani, già notevolmente provati dall’insicurezza dei mezzi pubblici, specie in zone drammaticamente connesse all’alto tasso migratorio, alla criminalità comune, allo spaccio e consumo di droghe e alla presenza comunque indisponente di loschi ceffi, che nella comprensibile psicologia di un anziano, che vive a malapena di pensione, rappresentano sempre un motivo di preoccupazione preventiva. I primi giorni hanno in sostanza confermato tutte le previsioni peggiori, in un mare di disagi, di polemiche e di reclami, e un rimbalzo di voci più o meno verificate di gente che ha fatto due chilometri a piedi, o che ha impiegato quattro ore per arrivare al Silvestrini. Al di là dei casi eclatanti, che possono attribuirsi magari anche ad errori o sviste singole, è comunque registrabile un malcontento diffusosi ormai a tutti i livelli, investendo anche il settore degli esercenti, tra i quali, quelli del centro, da poco riunitisi in una comunità spontanea, riguardante le rivendite dei biglietti Up. Dal 23 giugno infatti, inizierà una dura serrata di sei giorni, da parte dei commercianti rivenditori del centro storico, che fino al prossimo sabato 29, si asterranno dal vendere i biglietti Up, in segno di protesta contro il Pum. Notiamo con soddisfazione e ammirazione questo spontaneismo sociale militante, forse il più nobile esempio di politica, quella vera, quella che oggi latita: quella sacra politica dal Popolo per il Popolo, che siamo soliti chiamare comunitarismo.



Associazione Culturale Tyr – Perugia

controventopg@libero.it

Nessun commento:

Posta un commento