venerdì 6 maggio 2011

Onore a Bobby Sands.


Trent’anni fa un favilla di fuoco squarciò il buio di una recondita prigione chiamata Maze, angusto mostro di cemento in cui gli occupanti britannici confinavano i cuori impavidi dell’autodeterminazione irlandese. Il pragmatico occupante, convinto che la desolazione di una prigionia crudele avrebbe inghiottito i sogni più romantici tarpando le giovani ali di cui una generazione di insorti si servì per sfidare il destino, non fece tuttavia i conti con l’improvviso affiorare di quella forza atavica chiamata volontà. Forza che intaglia nell’animo di fede sino a fungere da viatico a quel fastoso battito d’ali che finanche sfida la morte.




All’alba del 5 maggio 1981, il Comandante dei prigionieri dell’IRA Bobby Sands muore d’inedia a seguito di sessantasei giorni di sciopero della fame. Dopo di lui, altri nove combattenti irlandesi nell’arco di pochi mesi abbracceranno la sua medesima sorte. Il loro contributo di sangue rende feconda la terra d’Irlanda.




Onore a Bobby Sands, ventisettenne martire della causa irlandese, espressione più lucida di un’Europa che non ha abiurato di fronte all’incedere del tempo, al deserto che avanza. Europei, rivolgiamo il nostro sguardo verso quell’isola indomita: la favilla di fuoco che trent’anni fa squarciò il buio di Maze proietta un’eterna luce di speranza.


 

Associazione Culturale Zenit - Roma



 

Associazione Culturale Tyr - Perugia


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