lunedì 22 novembre 2010

Bloody Sunday, quando il calcio uccide.


(ASI) Nella Sala della Vaccara, in Piazza  IV Novembre a Perugia, si è svolta una conferenza dal titolo forte, quanto veritiero, “Bloody Sunday”. “Troppe volte giovani e meno giovani, uomini e donne, hanno salutato i loro cari per andare a vedere una partita di calcio e non sono mai tornati”, queste sono state le parole di Claudio Millefiorini - rappresentante dell’Associazione Culturale Triskelion organizzatrice dell’evento –  in apertura della tavola rotonda. “Questo incontro è stato voluto per esaminare il fenomeno sociale del calcio e dello stadio” ha continuato  Millefiorini. A prendere la parola, subito dopo, è stato Fabio Polese dell’Associazione Culturale Tyr, che si è occupato più volte, scrivendoci articoli, della questione Tessera del Tifoso. “Uno strumento di controllo e di marketing”, ha dichiarato Fabio Polese, “Ce la fanno passare come una semplice fidelizzazione ma sottoscrivendo la tessera, si sottoscrive anche una carta  ricaricabile con codice IBAN” e ha continuato, “con presunte agevolazioni invoglieranno i possessori della card a fare movimenti elettronici, movimenti che sono a tutti gli effetti il paradiso delle banche, in quanto, vengono messi  soldi reali, cartacei nelle casse degli istituti finanziari e, in cambio, danno moneta elettronica”. Il suo intervento si è incentrato proprio sulla Tessera del Tifoso, ponendo tematiche interessanti e domande sulla vera identità di questa tessera. “Siamo una nazione che vive di calcio ma molti, troppi, sono i morti dimenticati” ha detto Leonardo Varasano, giornalista e collaboratore di diverse testate, analizzando il problema sociale dei morti da stadio e facendo un excursus della storia del tifo.  In ultimo, ha preso la parola Maurizio Martucci, giornalista e saggista, autore tra l’altro, di “Cuori Tifosi”, edito da Sperling & Kupfer - pagg. 480, euro 18,00 -. “Un paese senza memoria è un paese senza futuro” ha detto Maurizio Martucci. E proprio il suo libro “Cuori Tifosi” è partito dalla ricerca storica di fatti di cronaca che, con non poche difficoltà, ha realizzato per non dimenticare tutte le persone scomparse per vicende legate allo stadio. Il calcio ha ucciso e non sempre è stata colpa di frange violente del tifo organizzato, anzi, molte volte è successo a causa della mala organizzazione, di situazioni prese alla leggera e, non ultimo, da alcuni personaggi delle forze dell’ordine. “E’ un problema atavico, in Italia, si aspetta sempre una legge per gli stadi ma dell’incolumità fisica dei tifosi non importa nulla, o quasi, a nessuno” ha sostenuto Maurizio Martucci. La tavola rotonda è continuata con un interessante dibattito fatto dai relatori stessi e dal pubblico intervenuto. L’Associazione Culturale Triskelion, nel ringraziare le persone presenti, ha dato appuntamento nei prossimi mesi per ulteriori e avvincenti appuntamenti.



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