Ci siamo. A 3 anni dall’omicidio di Gabriele Sandri, Mercoledì 1 Dicembre si apre il processo di secondo grado contro l’agente della Polizia di Stato Luigi Spaccarotella, sospeso dal servizio dopo la sentenza di primo grado che ad Arezzo l’ha condannato per omicidio colposo con colpa cosciente a 6 anni di carcere (ad oggi però il poliziotto non ha scontato nemmeno un giorno di galera e continua a percepire regolarmente lo stipendio, in parte decurtato).
Il nuovo processo, l’ultimo che entrerà nel merito del delitto dell’Autostrada del Sole prima dell’eventuale ricorso in Corte di Cassazione a Roma, si apre Mercoledì alle ore 9 in Corte d’Appello d’Assise a Firenze, in Via Cavour 57.
Costituitasi parte civile, la famiglia Sandri, insieme al Tribunale di Arezzo (giudice di primo grado) e alla Procura Generale della Toscana sono ricorse per il capo d’imputazione di omicidio volontario: rischia fino a 21 anni di carcere il poliziotto killer che l’11 Novembre 2007 sparò da una parte all’altra dell’A1, centrando al collo Gabbo mentre era a bordo di una macchina in movimento.
Queste le ricostruzioni dei cinque testimoni super partes, su cui accusa e Pubblico Ministero puntano per una sentenza diversa da quella del 14 Luglio 2009. Le testimonianze sono riprese dalle pagine del mio ultimo libro inchiesta CUORI TIFOSI, quando il calcio uccide. I morti dimenticati degli stadi italiani:
Emanuele Fagioni, 15 Novembre 2007
“Vidi il poliziotto smettere di correre e impugnare la pistola con entrambe le mani a braccia tese in avanti, sempre rivolto verso l’area di servizio opposta alla nostra”
Emanuele Fagioni, 27 Marzo 2009
“Si, allora, il poliziotto veniva verso di noi, verso di noi correndo e camminando velocemente e correndo. A un certo punto quando mi sono accorto che ci aveva la pistola in mano siamo andati sempre più in fretta dentro l’autogrill, ci siamo fermati nel pianerottolo dell’autogrill. Okay. A un certo punto gridava dall’altra parte ’scappano, scappano’ si è sentito lo sparo (…) Io ho visto che correva con la pistola sulla mani, okay? A un certo punto ad altezza d’uomo, all’altezza d’uomo, con la pistola ad altezza uomo.”
Fabio Rossini, 13 Novembre 2007
“Ho visto l’agente dapprima correre con la pistola in pugno, quindi rallentare, posizionarsi con il braccio armato teso in modo perpendicolare all’asse del corpo, mi è sembrato seguisse l’andamento di un oggetto (…)”
Fabio Rossini, 27 Marzo 2009
“L’altra cosa subito che mi è… perché era molto nitido, limpido ho visto correre questo poliziotto, quindi la cosa che mi ha colpito era chiaramente la divisa e questi stivali alti (…) correva, correva (…) mi è parso gridasse testualmente ’scappa, scappa’ (…) Si ferma, si risposta, si… come per dire se.. va beh, l’idea che mi viene non… tipo un poligono, non so, una cosa di questo tipo (…) puntava l’arma verso l’altra parte. Aveva una o entrambe le braccia tese? Tutte e due. Assolutamente si. Con entrambe le mani, si.”
Fabrizio Galilei, 27 Marzo 2009
“Io ho visto che il poliziotto iniziava a puntare la pistola, a quel punto mi sono impaurito e ho iniziato, diciamo, a correre (…) Ho visto il poliziotto che puntava la pistola verso… Quindi aveva il braccio teso? Si. Come appunto per puntare, per mirare? Braccio teso e armato, in sostanza? Si (…) Credo, puntare con la pistola insomma come si vede insomma con gambe divaricate e braccia perpendicolari al corpo. (…) Io corro verso, verso l’autogrill, salgo le scale e quando stavo proprio lì, diciamo sento, sento uno sparo, a quel punto ero dentro alla prima porta a vetri (…)”
Keiko Horikoshi, 27 Marzo 2009
“Dopo avere fatto colazione sono uscita a fumare una sigaretta. (…) Davanti al parcheggio, davanti al pullman, piazzale (…) si, nel piazzale. (…) Ho sentito uno sparo, ma non sapevo da dove e poi ho visto dei ragazzi correre dall’altra parte, ragazzi correre (…) verso le macchine parcheggiate. (…) Successivamente ho visto due poliziotti correvano da… dalla stazione di rifornimento un poliziotto andava sul bordo del piazzale e piazza… sul bordo mentre i ragazzi salivano sulla macchina e, poi, questo poliziotto puntava una pistola con entrambe le mani, protese e poi si è fermato… e poi sparato (…) E mi ricordo quando la macchina stava uscendo dal parcheggio e poliziotto aveva già una pistola e dopo che la macchina proseguiva la marcia e… dopo un po’ lui sparato, e quel momento la macchina era in movimento”
Anania Marisa Samanta, 13 Novembre 2007
“Il poliziotto giunto alla fine del guardrail, dall’altezza di un cumulo di terra smosso dove un veicolo in movimento terra, ha disteso entrambe le braccia impugnando una pistola”.
Anania Marisa Samanta, 27 Marzo 2009
“(…) Poi vidi che comunque l’agente di Polizia inizio a correre anche lui, andò verso il guardrail (…) andò in direzione del guardrail (…) Poi niente, vedo che, appunto, si ferma lì, e dopo un po’ sento uno sparo. (…) L’ho sentito si, e… cioè ho visto che comunque si era posizionato lì come se volesse fare chissà che cosa, poi ho sentito lo sparo e quindi ho potuto immaginare. Poi il tutto…”
Nonostante queste schiaccianti versioni, la difesa dell’agente punta invece alla conferma di una condanna mite o all’ulteriore riduzione della pena. Fuori dal tribunale fiorentino sono attesi amici di Gabriele, tifosi e cittadini comuni, tutti accomunati da un’unica richiesta, quella di giustizia giusta.
La sentenza, da quanto trapela dagli ambienti toscani, potrebbe arrivare in tempi brevi, addirittura anche nella stessa udienza del 1 Dicembre.
Infine Giorgio Sandri, padre della vittima che insieme a tutta la famiglia Sandri sarà presente in aula a Firenze, oggi ha rilasciato un’intervista ai telegiornali di Canale 5 e Rai 2: “Ad Arezzo, un anno e mezzo fa, ci hanno già privato di una giustizia vera. Una sentenza pavida ha graziato l’assassino di Gabriele. Oggi a Badia Al Pino ci negano anche la targa che il Popolo di Gabriele, forte di 25.000 firme, vorrebbe apporre sul luogo del delitto per non dimenticare. Mi auguro che da Firenze possa invece giungere una sentenza in controtendenza. L’Italia e i cittadini italiani non meritano un’ennesima sconfitta. Giustizia per mio figlio significa giustizia per tutta quella gente comune che vuol continuare a credere che la legge sia sempre uguale per tutti…”
Maurizio Martucci
dal blog del libro CUORI TIFOSI - cuoritifosi.ormedilettura.com

Cittadinanza onoraria al Premio Nobel San Suu Kyi da parte del Comune di Perugia e reportage sul popolo Karen.

In occasione della "giornata internazionale per i diritti dell'infanzia", la scorsa domenica 21 novembre l'associazione Zenit, operante nell’ambito delle iniziative culturali, è stata interprete di un’attività di promozione di un gesto di solidarietà.
Il Direttore Ettore Bertolnii parteciperà alla "Tavola Rotonda" su IRIB Iran Italian Radio - che andrà in onda Venerdì 26 Novembre alle 8:10 circa italiane. Agenzia Stampa Italia ringrazia il Dottor Davood Abbasi, Direttore di Radio Italia per l'opportunità offerta al nostro giornale.
Di Associazione Culturale Tyr Perugia – www.controventopg.splinder.com
(ASI) Nella Sala della Vaccara, in Piazza IV Novembre a Perugia, si è svolta una conferenza dal titolo forte, quanto veritiero, “Bloody Sunday”. “Troppe volte giovani e meno giovani, uomini e donne, hanno salutato i loro cari per andare a vedere una partita di calcio e non sono mai tornati”, queste sono state le parole di Claudio Millefiorini - rappresentante dell’Associazione Culturale Triskelion organizzatrice dell’evento – in apertura della tavola rotonda. “Questo incontro è stato voluto per esaminare il fenomeno sociale del calcio e dello stadio” ha continuato Millefiorini. A prendere la parola, subito dopo, è stato Fabio Polese dell’Associazione Culturale Tyr, che si è occupato più volte, scrivendoci articoli, della questione Tessera del Tifoso. “Uno strumento di controllo e di marketing”, ha dichiarato Fabio Polese, “Ce la fanno passare come una semplice fidelizzazione ma sottoscrivendo la tessera, si sottoscrive anche una carta ricaricabile con codice IBAN” e ha continuato, “con presunte agevolazioni invoglieranno i possessori della card a fare movimenti elettronici, movimenti che sono a tutti gli effetti il paradiso delle banche, in quanto, vengono messi soldi reali, cartacei nelle casse degli istituti finanziari e, in cambio, danno moneta elettronica”. Il suo intervento si è incentrato proprio sulla Tessera del Tifoso, ponendo tematiche interessanti e domande sulla vera identità di questa tessera. “Siamo una nazione che vive di calcio ma molti, troppi, sono i morti dimenticati” ha detto Leonardo Varasano, giornalista e collaboratore di diverse testate, analizzando il problema sociale dei morti da stadio e facendo un excursus della storia del tifo. In ultimo, ha preso la parola Maurizio Martucci, giornalista e saggista, autore tra l’altro, di “Cuori Tifosi”, edito da Sperling & Kupfer - pagg. 480, euro 18,00 -. “Un paese senza memoria è un paese senza futuro” ha detto Maurizio Martucci. E proprio il suo libro “Cuori Tifosi” è partito dalla ricerca storica di fatti di cronaca che, con non poche difficoltà, ha realizzato per non dimenticare tutte le persone scomparse per vicende legate allo stadio. Il calcio ha ucciso e non sempre è stata colpa di frange violente del tifo organizzato, anzi, molte volte è successo a causa della mala organizzazione, di situazioni prese alla leggera e, non ultimo, da alcuni personaggi delle forze dell’ordine. “E’ un problema atavico, in Italia, si aspetta sempre una legge per gli stadi ma dell’incolumità fisica dei tifosi non importa nulla, o quasi, a nessuno” ha sostenuto Maurizio Martucci. La tavola rotonda è continuata con un interessante dibattito fatto dai relatori stessi e dal pubblico intervenuto. L’Associazione Culturale Triskelion, nel ringraziare le persone presenti, ha dato appuntamento nei prossimi mesi per ulteriori e avvincenti appuntamenti.


La rivolta degli studenti inglesi e le manifestazioni di massa contro i tagli delle pensioni in Francia o quella promossa dalla Fiom a Roma in difesa del lavoro possono essere lette come un primo tentativo di difendere dall' Europa il modello sociale europeo. Un' espressione che suona un po' astratta, ma è ricca di significati concreti. Essa vuol dire infatti pensioni pubbliche non lontane dall' ultima retribuzione; un sistema sanitario accessibile a tutti; scuola pubblica gratuita e università a costo minimo; un esteso sistema di diritti del lavoro, e molte altre cose ancora. Negli ultimi cinquant' anni il modello sociale europeo ha migliorato la qualità della vita di decine di milioni di persone ed ha permesso loro di credere che il destino dei figli sarebbe stato migliore di quello dei genitori. Ora il modello sociale europeo è sotto attacco nientemeno che da parte dell' Europa.


LA CASADELLAFAMIGLIA ADOTTA A DISTANZA UN BAMBINO PALESTINESE E SOSTIENE PROGETTI INTERNAZIONALI LEGATI ALLA GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI DELL’INFANZIA.

