mercoledì 19 maggio 2010

Polizia, una festa rovinata da troppi abusi.


La festa della polizia, in svolgimento a piazza del Popolo a Roma, cade in un momento di forte tensione tra le forze dell’ordine e i cittadini. Il caso del giovane Gugliotta picchiato gratuitamente da diversi poliziotti in assetto di guerra, subito dopo la partita di coppa Italia tra la squadra giallorossa e quella interista, non può ridursi a mera smagliatura o eccesso come ha fatto il capo della polizia. Va bene le scuse ma dire che si tratta di eccessi fisiologici ci sembra riduttivo rispetto alla gravità del fatto. Anche nel caso di Gabriele Sandri si è trattato di eccessi? Stessa cosa per Aldrovandi? E Cucchi? Capiamo le difficoltà ad ammettere le proprie colpe e a dire chiaramente che tra le forze dell’ordine c’è troppa voglia di rambismo ma da qui a ridurre pestaggi violenti e in qualche caso atti di vere e proprie torture ad eccessi fisiologici ce ne corre. Le violenze alla scuola Diaz e alla caserma Bolzaneto, durante il g8 di Genova 2001, sono per caso degli eccessi? Lì si trattò di vere e proprie torture senza ombra di smentite. Ma quasi nessuno di quei torturatori in divisa ha pagato, per via della solita prescrizione. “Quando ci sono questi fatti, c’è amarezza e forte rammarico e voglia di scusarsi con tutti”, così il capo della polizia ha provato a giustificare uno dei tanti episodi di forza bruta che vedono protagonisti uomini in divisa. Forse bisognerebbe farsi un esame di coscienza e rendersi conto che sono troppi i casi di abuso delle forze dell’ordine, per non veder compromesso il rapporto di fiducia con i cittadini. E nel caso di Gugliotta la sua scarcerazione è dovuta essenzialmente ai filmati che lo scagionano altrimenti sarebbe ancora a Regina Coeli come gli altri sette arrestati. Certo spetta al magistrato fare chiarezza per togliere anche ogni dubbio sulla versione dei poliziotti in merito alla partecipazione di Stefano agli scontri. Comunque sia il pestaggio non può trovare nessun appiglio in questa versione. Bastava qualificarsi e fermare il giovane senza per questo lasciarsi andare a forme di vendetta a tempo scaduto. E quindi le scuse del capo della polizia e la promessa di sanzioni nei confronti dei responsabili sono da prendere con le molle. Ci sono troppi precedenti di uomini in divisa responsabili di gravi abusi che non hanno pagato. Ma non per questo bisogna fare di tutt’erba un fascio. Per evitare certi eccessi il capo della polizia ha ricordato l’istituzione della scuola della formazione e tutela dell’ordine pubblico al fine di prendere visione degli errori compiuti. Al 158/mo compleanno della polizia erano presenti anche il capo dello Stato, Napolitano e il ministro dell’Interno, Maroni ma non il presidente del Consiglio, costretto a disertare la cerimonia per via del malessere che lo ha colpito. Nell’occasione il presidente della repubblica ha sottolineato i ripetuti successi nella lotta alla criminalità, con la cattura dei più pericolosi latitanti in cima alla lista. E’ bene ricordare che Berlusconi in questa campagna contro la grande criminalità si gioca tutta la reputazione, avendo promesso la sconfitta della mafia nei prossimi tre anni. Se fosse vero i cittadini non potrebbero che andarne fieri ma si vorrebbe anche che certi brutti episodi di violenza gratuita delle forze dell’ordine non si verificassero più. Del discorso di Manganelli vogliamo ricordare una frase: “Noi siamo in piazza per tutelare tutti, a cominciare da chi manifesta contro”. Ci auguriamo che questo avvenga sempre e che non restino solo parole.

Di Michele Mendolicchio, www.rinascita.eu


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