In principio era Maastricht, e Maastricht era presso di noi, e Maastricht fu noi... L’inizio europeo della Globalizzazione, l’inizio del Libero Mercato, l’inizio della Flessibilità, delle Privatizzazioni, della Sovranità economica-finanziaria ceduta alle banche centrali a e ai loro Regolatori: le agenzie di rating, la Banca dei Regolamenti Internazionali, la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale, l’Organizzazione Mondiale del Commercio. Era il 7 febbraio del 1992 e, non a caso, per l’Italia, la firma fu apposta dall’allora ministro “socialista” Gianni De Michelis. Per acquisire meriti con i padroni atlantici, con i Signori del denaro e per mandare avanti i suoi affari con la Cina. Un buon triplice paracadute - a pensarci oggi bene - per evitare l’ostracismo democratico lanciato sul suo capo-partito, Bettino Craxi, ritenuto un avversario da abbattere dai Regolatori Atlantici.
Vi risparmiamo il declivio dei 18 anni trascorsi. Accenniamo appena alla gita sul Britannia degli Andreatta, Draghi, Soros e banchieri d’affari per la svendita in blocco del patrimonio pubblico italiano, delle migliori aziende nazionali, dalle telecomunicazioni all’energia, ai trasporti, ai gioielli dell’industria di trasformazione, al settore manufatturiero. Ricordiamo il varo, con Amato - dopo una svalutazione della lira non bloccata da Ciampi - della prima stangata lacrime e sangue che colpì le tasche degli italiani, “protetta” - sic - da un prestito a usura internazionale. Poi la folle decisione - ah: di Prodi, D’Alema, Ciampi & Co. - di lanciare una moneta unica, l’euro, senza gradualità, e senza alcuna difesa contro i raid della finanza usuraia internazionale. Quindi l’esplosione della speculazione finanziaria, con le nostre amministrazioni pubbliche - dalle comunità montane alle Regioni - in gara a contrarre più prestiti “facili” possibili, e con enti di diritto pubblico e privato - pensiamo ai fondi assistenziali e previdenziali, ma non soltanto a quelli - messi “sul mercato”. Ricordiamo il 2008 e il crollo della finanza derivata e dei mutui anglo-americani e le conseguenti misure di salvataggio delle maggiori banche ai danni dei cittadini. E, di recente, l’attacco speculativo ai “pigs” - ai “maiali” mediterranei: Portogallo, Italia, Grecia, Spagna - e cioè il crack dell’euro per rafforzare il dollaro, permettere la rivalutazione dello yuan cinese. E infine ricordiamoci dell’unanime Elogio al Trattato di Lisbona, firmato il 1 dicembre 2009, per “affrontare la globalizzazione”.
Mescoliamo bene il tutto, et voilà, il desco è servito.
Non soltanto da 18 anni siamo forzati a distruggere le nostre produzioni, delocalizzarle, per così comprare quello che producevamo all’estero; non soltanto abbiamo visto devastare il Lavoro e spingere la maggior parte dei nostri cittadini in un nuovo Lumpenproletariat; non soltanto ci hanno privato dell’elementare diritto di essere proprietari del denaro che guadagnamo; non soltanto ci hanno costretto in una spirale nella quale compriamo dalle banche il denaro per pagare le banche; non soltanto siamo diventati carne da cannone per le guerre anglo-americane di dominio delle risorse energetiche dei Paesi in via di sviluppo... Ma poi dobbiamo anche ringraziare i nostri salvatori, i liberatori.
Come? Naturalmente adottando anche noi - come la Germania, come tutti i Paesi-colonia d’Europa - politiche di restrizione dei redditi che faranno ancora più stagnare la nostra economia, per lasciare qualche attimo di respiro a quelle dei padroni atlantici.
E il ministro? E il ministro Tremonti? Non aveva forse negato, anzi “scommesso”, che non vi sarebbero state più stangate?
Un altro Padoa Schioppa. Un altro Ciampi. Un altro Amato.
Di Ugo Gaudenzi, www.rinascita.eu
mercoledì 26 maggio 2010
L’Italia messa in vendita. E fanno finta di nulla.
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