mercoledì 26 maggio 2010

NOTIZIE DALL'IRLANDA DEL NORD.


Irlanda del Nord: Liam Hannaway vuole giustizia.

Un nazionalista repubblicano di 40 anni, Liam Hannaway, sta morendo in una cella di isolamento della prigione nordirlandese di Maghaberry per uno sciopero della fame contro l’inumano e ingiustificato trattamento carcerario a cui viene sottoposto.
Fondatore di un piccolo gruppo dissidente chiamato Saor Uludh, Hannaway è stato condannato a 10 anni di reclusione nel 2008 per essere stato trovato a Belfast, nel settembre 2004, in possesso di un ordigno rudimentale. Da quaranta giorni però Hannaway rinuncia al cibo e ha già firmato affinché non venga mantenuto in vita se dovesse finire in coma. Il suo rifiuto è motivato dalla condizione carceraria che lo vede recluso nello stesso braccio dei lealisti filo-britannici e dei criminali comuni. I suoi amici e sostenitori hanno deciso di protestare per questo e hanno rilasciato una dichiarazione in cui si afferma che il detenuto repubblicano è stato minacciato di morte dal personale del penitenziario. Nel documento viene anche precisato che Hannaway appartiene ad una “famiglia repubblicana ben nota”, Liam è infatti il nipote del cugino di Gerry Adams, Kevin Hannaway, uno dei fondatori - nei primi anni ’70 - del gruppo paramilitare Provisional IRA.
La nota ha anche precisato che tutto è iniziato nella Pasqua dello scorso anno durante una protesta quando ”nelle sue prime cinque settimane a Maghaberry, Liam è stato trasferito contro la sua volontà, nell’unità per la sorveglianza speciale - una squallida cella di isolamento, non ammobiliata, senza contatti con il mondo esterno. Liam è detenuto in questa cella di isolamento, recluso 24 ore al giorno, senza accesso all’aria aperta, per i prossimi 16 mesi”. Con lui vi sono quindici carcerati, tutti lealisti, ex-agenti di custodia ed ex-poliziotti, in carcere per stupro e droga. Si tratta di un ambiente minaccioso e deprimente, hanno fatto sapere i suoi sostenitori ed amici. Le autorità hanno annunciato che hanno dovuto sottoporre ad isolamento Liam perché gli altri detenuti repubblicani lo avrebbero minacciato di morte. Notizia questa smentita categoricamente dai nazionalisti irlandesi. Le autorità di Maghaberry hanno inoltre fatto firmare a Liam una lettera in cui afferma che in caso di morte del prigioniero il carcere non ha nessuna colpa per quanto accaduto.
Al detenuto inoltre viene negata la possibilità di far sentire la sua voce e, da parte della stampa, è stato imposto il più totale silenzio su tutta la vicenda. Nel documento viene precisato che un altro prigioniero repubblicano, John Kennaway, si è suicidato nello stesso braccio del carcere in circostanze analoghe, nel 2007. La vicenda inoltre fa tornare alla mente i tragici giorni del 1981 quando 10 detenuti dell’Ira si lasciarono morire di fame per protesta. All’epoca infatti Bobby Sands e altri nove militanti repubblicani morirono tra maggio e agosto dello stesso anno.
A proposito di Hannaway, Carl Reilly, rappresentante del gruppo Republican Network for Unity, ha dichiarato: “Stiamo entrando in una fase critica. Liam era già in trattamento per problemi coronarici prima di finire in sciopero della fame”. Intanto la fidanzata, Allison, madre di cinque figli, ha avuto due ictus negli ultimi due anni a causa delle continue perquisizioni della polizia e si trova sulla sedia a rotelle. Il 23 dicembre scorso durante una visita in carcere al marito è stata obbligata a spogliarsi completamente dagli agenti penitenziari per una perquisizione corporale alla presenza del personale del carcere e dei cani poliziotto. Dopo 14 mesi di battaglie messe in atto dal padre di Liam e dalla moglie affinché il detenuto potesse avere una forchetta e un coltello, il carcere ha concesso al nazionalista repubblicano soltanto la forchetta affermando che il coltello potrebbe essere utilizzato per arrecare danno alla sua persona. Allison ha anche ricordato, quando gli è stato chiesto se pensava che le recenti elezioni nordirlandesi possano essere la causa di questa orribile situazione in cui si trova Liam, e annuito: “Oh, assolutamente. Questi sono gli uomini che Adams e il Sinn Fein vogliono dimenticare”. Un chiaro riferimento ai recenti accordi di pace tra il Sinn Fein e il governo di Londra per la devoluzione dei poteri di polizia e di giustizia, che sono stati conferiti per la prima volta all’esecutivo nordirlandese e che hanno portato Gerry Adams e i suoi colleghi di partito a rinunciare a qualsiasi forma di lotta contro la presenza britannica a Belfast, per un’intesa che ha svenduto decenni di battaglie per l’indipendenza e la sovranità del loro Paese.

Di Andrea Perrone,
www.rinascita.eu
 






Irlanda del Nord: Hannaway è ancora in pericolo. Dopo 41 giorni di sciopero della fame Liam è stato trasferito in ospedale, ma le sue condizioni destano preoccupazione.

Dopo sei settimane di sciopero della fame il nazionalista Liam Hannaway, detenuto nel carcere nordirlandese di Maghaberry, è stato trasferito dalla cella di isolamento, in cui era rinchiuso 24 ore su 24, all’ospedale della prigione. Ieri, la moglie Allison è riuscita a parlare al telefono con lui e il prigioniero è risultato fortemente debilitato dagli oltre 40 giorni di sciopero della fame decisi per protestare contro le inumane condizioni carcerarie a cui è stato sottoposto. Liam ha perso infatti 20 chili, presenta sangue nelle urine e crampi allo stomaco, ed è affetto da parziale cecità ed astenia. Nonostante il suo pessimo stato di salute le autorità carcerarie hanno precisato che le sue condizioni non destano preoccupazione e la decisione è stata presa per permettere al personale medico di monitorare la sua situazione più da vicino. La protesta di Liam è iniziata quando è stato trasferito in una cella di isolamento in cui sono reclusi soltanto lealisti, ex poliziotti, ex guardie carcerarie e detenuti comuni, accusati di stupro e detenzione di droga. La moglie e il padre hanno più volte denunciato che lo sciopero della fame di Liam è stato deciso per protestare contro le decisioni dell’autorità carceraria di sottoporlo a misure così restrittive, erroneamente motivata dal timore che la sua vita fosse in pericolo tra gli altri detenuti repubblicani.
Nei giorni scorsi però i suoi amici e sostenitori avevano tenuto delle manifestazioni all’esterno del penitenziario per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione carceraria del detenuto.
La prigione di Maghaberry è finita da alcuni anni nell’occhio del ciclone per la situazione carceraria a cui sono sottoposti i detenuti. Nel 2006 un’ispezione governativa ha esortato le autorità carcerarie a compiere dei necessari cambiamenti, ma questi sono stati per lo più disattesi. Lo stesso è avvenuto di recente, quando gli ispettori hanno sottolineato che la situazione interna della prigione deve assolutamente cambiare. Nonostante queste raccomandazioni, lo scorso anno il direttore e il suo vice sono stati licenziati, mentre 17 membri dello staff carcerario sono stati posti sotto accusa a seguito di un’inchiesta per il suicidio di un detenuto. Un video ha dimostrato che il personale del carcere era sdraiato sul letto a guardare la televisione invece di sorvegliare i detenuti più a rischio. Sempre nel 2009 il nuovo direttore del carcere, aveva tentato di attuare delle riforme, nonostante l’aperta ostilità del personale. Risultato: dopo appena cinque mesi si è dovuto dimettere affermando che la sua sicurezza era stata deliberatamente messa in pericolo dai membri del personale penitenziario. All’inizio di quest’anno, poi, le crescenti tensioni tra le guardie carcerarie e i detenuti è culminata in una serie di proteste da parte dei reclusi, tra cui una di 48 ore durante la Pasqua. Recentemente, anche i parenti di altri detenuti hanno sollecitato i rappresentanti del Sinn Féin a intervenire contro l’ignobile situazione carceraria. Il partito guidato da Gerry Adams ha fatto visita ai detenuti, dopo numerose sollecitazioni, soltanto il 14 maggio scorso. La situazione del carcere continua però ad essere sempre la stessa. Soprusi, violenze e intimidazioni sono infatti all’ordine del giorno, e il rischio, per la vita dei nazionalisti repubblicani come Liam, un’assurda realtà che non può più essere tollerata.

Di Andrea Perrone,
www.rinascita.eu


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