sabato 10 aprile 2010

Schiavi delle banche.


Il capitalismo trionfante e globale sta raggiungendo la sua razionalizzazione estrema.
Che consiste in questo: retribuire sempre più il capitale, retribuendo sempre meno il lavoro.
Il fenomeno è di portata storica: non emigrano gli uomini, ma i posti di lavoro.
Centinaia di migliaia di posti vengono risucchiati da Cina ed India; non sono solo lavori non qualificati, i meno pagati, che laggiù costano ancora meno; sono posti ad alta qualificazione e contenuto tecnico, perchè nel corpo del terzo mondo indo-cinese esiste un primo mondo (che si contenta però di paghe da terzo mondo) di laureati con invidiabile livello tecnico, alta qualità di educazione e saperi moderni.
Ma così facendo, il capitalismo si dirige verso il proprio suicidio: poichè i lavoratori con potere d’acquisto calante diventano sempre meno capaci di acquistare le merci che il capitalismo produce in volumi sempre maggiori.
E che cosa spinge il capitalismo a correre verso la propria implosione?
Il potere della finanza, della banca.
La frode fondamentale della banca, che lucra l’interesse dal denaro che crea dal nulla per prestarlo, è qui spiegata con chiarezza politicamente scorretta.
Il lettore scoprirà che è la frode bancaria, creando massa monetaria dal nulla, a creare inflazione; e che gli interessi finanziari incorporati nel prezzo di ogni merce costituiscono in media il 50 % del prezzo; dunque ogni merce ci potrebbe costare la metà.
Il sistema bancario-finanziario estrae pertanto da ciascuno di noi, più volte, una imposta occulta, per il solo fatto di esistere e di espandersi.
In queste pagine si discutono le alternative per un’economia sana, non egemonizzata dal profitto finanziario: dall’economia politica di List (a cui l’America di George Washington dovette il suo sviluppo prodigioso) alla creazione del credito di Stato di Alexander Hamilton, fino alla moneta deperibile di Gesell, e alla proposta di abolizione del credito ex nihilo del premio Nobel francese Maurice Allais.
Il denominatore comune però di ogni soluzione proposta dai tanti studiosi “non conformisti” presi in esame consiste nella riconquista, da parte degli Stati, della sovranità monetaria, strappandola alle cosiddette “Banche Centrali”.

Per ordinare: controventopg@libero.it


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