mercoledì 14 aprile 2010

Palestina: Israele prosegue spedita verso la colonizzazione totale.


Qualcuno a Tel Aviv deve aver capito che questo è il momento giusto per dare una decisa accelerata al processo di colonizzazione di Gerusalemme e della Cisgiordania. La comunità internazionale infatti non sembra essere troppo interessa a quanto accade in Palestina, forse perché distratta dalla questione del nucleare iraniano tanto cara al presidente Usa Barak Obama. Quest’ultimo visti i rapporti tumultuosi che intercorrono ultimamente con il premier Netanyahu, invece, si limita a far finta di non vedere la morsa degli alleati israeliani che si stringe neanche troppo lentamente attorno al collo della popolazione palestinese.
L’esecutivo di Tel Aviv nelle ultime settimane ha infatti approvato numerosi provvedimenti che mirano a fiaccare la popolazione islamica della Città Santa e dei territori occupati. Sono state intensificate le attività di sfratto, e demolizione della relativa abitazione con la scusa di essere “abusiva”, di numerose famiglie palestinesi da Gerusalemme est in base ad un progetto che prevede l’espansione del rione ebraico della città. Quello cioè bloccato all’indomani dello scoppio della crisi diplomatica con Washington e ripreso nuovamente ieri come se nulla fosse. A questo però è stato affiancato, tanto per recuperare il tempo perduto, un altro progetto con il quale la municipalità di Gerusalemme ha dato il via libera alla costruzione di una sinagoga e di una scuola ebraica sempre nella parte araba della Città Santa.
A riguardo i funzionari dell’amministrazione locale, per cercare di limitare le conseguenze di questa nuova provocazione, hanno fatto sapere che tuttavia per il momento non si procederà all’edificazione delle due strutture per la mancanza dei fondi necessari. Non certo una consolazione per tutti quei palestinesi che ora si trovano senza casa con il rischio concreto di essere arrestati e che comunque restano in balia delle frange ebraiche estremiste che più volte in passato hanno messo a ferro e fuoco i quartieri arabi della città. A questo si aggiungono poi tutti gli altri piani di costruzione e ampliamento già approvati e tuttora in atto sia a Gerusalemme che in Cisgiordania, nella quale da ieri chiunque venisse trovato senza gli appositi documenti rilasciati dalle autorità israeliane può essere espulso o carcerato.
Da sottolineare poi che Tel Aviv ha minacciato persino di tagliare le forniture di acqua in tutto il territorio palestinese se non verrà presto elaborato un sistema fognario che non intacchi le falde acquifere sotterranee. Infine viene Gaza. La popolazione della Striscia da anni vive chiusa in fazzoletto di terra vendendosi limitare ogni giorno di più le proprie libertà fondamentali, cosa che di fatto le impedisce di essere autosufficiente pur avendone la possibilità. Ad esempio recentemente l’unica centrale elettrica dell’enclave è stata costretta a chiudere i battenti per la mancanza del carburante necessario ad attivare i generatori, con il risultato di lasciare senza corrente i tre quarti del territorio della Striscia. Inoltre negli ultimi giorni si sono intensificati i raid dell’esercito con la stella di Davide, che ieri hanno causato almeno quattro morti fra i membri delle milizie islamiche e una decina di feriti fra militanti e civili. Questi sono i fatti, ogni ulteriore commento è decisamente superfluo.

Di Matteo Bernabei, www.rinascita.info


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