mercoledì 21 ottobre 2009

Resoconto della Conferenza sulla libera stampa e giornalismo partecipativo [Free Press Perugia, 17 Ottobre 2009]

CONVEGNI - Si è conclusa con successo l'iniziativa organizzata dell'associazione Tyr



Libera stampa e giornalismo partecipativo nella realtà locale




Diceva Pasolini: “La verità non sta più in un sogno ma in tanti sogni”, ma oggi di illusioni ne sono rimaste poche e allora; che fine ha fatto la verità? Mentre a Roma si scendeva nelle piazze per difendere la libertà di stampa, a Perugia (sabato 3 ottobre), l’Associazione culturale Tyr organizzava un incontro su “Libera stampa e giornalismo partecipativo nella realtà locale” dove intervenivano come relatori il nostro direttore Maurizio Vignaroli, Ettore Bertolini, direttore di Tifogrifo.com e Leonardo Varasano, giornalista e consigliere comunale del PDL. “Un incontro - per Fabio Polese, vicepresidente di Tyr - che nasce dalla constatazione di come l’informazione sia subordinata ai sistemi di potere” ma anche un modo alternativo di levare la protesta, a partire dal panorama editoriale locale. Se per Bertolini, la situazione andrebbe inquadrata in un generale ribaltamento di valori che annulla le identità, per Varasano è un problema d’insulto. O meglio, per dirla con le parole di Ostellino, di un giornalismo di fazione che dice troppo, quindi insulta, o di un giornalismo istituzionale che dice poco. Sarà un caso che Freedom House, organizzazione autonoma con sede negli Stati Uniti che promuovere la libertà nel mondo, declassi l’Italia da “paese libero” a “parzialmente libero”? E’ vero, da noi la libertà di stampa è costituzionalmente garantita, ma il problema è la concentrazione insolitamente alta della proprietà dei media rispetto allo standard europeo. “Per fortuna l’Europa – dice Bertolini - è intervenuta a difesa di Internet bloccando i tentativi di controllo proposti prima dal governo Prodi poi da Brunetta e Bonaiuti.” Eppure, le voci fuori dal coro, quelle del web tanto per intenderci, che per alcuni sono “paccottiglia” nei prossimi anni diventeranno un punto di riferimento. La realtà locale in Umbria è grigia. Lo denuncia Maurizio Vignaroli che pone una domanda: esiste per i giornalisti la possibilità di fare il proprio mestiere? Come può un giornale, di proprietà di un gruppo economico, fare opinione e critica quando il suo editore è indissolubilmente legato ai potentati politici? Le insidie cui è sottoposto il giornalista sono tante. Si va dalle pressioni politiche a quelle finanziarie, fino alle intimidazioni giudiziarie. Se i professionisti possono permettersi maggiori libertà, i pubblicisti no. Sono fuori da ogni tutela. Scatta così l’autocensura ma la cosa più grave è che neanche la Federazione Nazionale Stampa Italiana e l’Ordine dei Giornalisti riescono a fare nulla. Anzi, sembrano darsi la zappa sui piedi. Un esempio per tutti. L’accesso all’Albo dei Pubblicisti in Umbria è ora condizionato oltre che ai consueti due anni di collaborazioni retribuite ad un corso di 40 ore a pagamento tenuto dall’Ordine e un colloquio-esame. Una misura preventiva dato che la “trovata” entra in vigore solo dal 2010 e che dire dell’ingiustificato allarmismo che lancia l’Associazione Stampa Umbra, per la possibile l’apertura di un nuovo giornale? Invece di essere grati a chi, in un momento di crisi editoriale, vuole aumentare il pluralismo e forse i posti di lavoro, si minacciano indagini e verifiche. Strano paese il nostro, strano modo di vedere la libertà di stampa. Vien da pensare che chi predica bene razzola male…ma noi siamo sicuri di una cosa: il lettore saprà scegliere e valutare.



Maria Cristina Mancini

http://perugiafreepress.wordpress.com

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