A vederlo sembra davvero efficace nel persuadere i cittadini – nient’altro che potenziali elettori -, coi suoi modi ostentatamente gentili ed una dialettica affabile. Egli deve apparire come un modello, un esempio di ligia condotta e di stucchevole buonismo da esibire pubblicamente al fine di far spifferare al gregge “è proprio un brav’uomo, una persona affidabile”. Possiede una felice ed invidiabile famiglia, con dei figli bellissimi e diligenti ed una moglie di cui è fortissimamente innamorato, oggi più di quando l’ha vista per la prima volta. E’ con loro che passa tutto il tempo che il suo lavoro gli concede; lavoro tanto faticoso quanto estremamente affascinante poiché svolto con nobile vocazione. Abbracciato insieme alle sue uniche ragioni di vita - col suo vestiario sportivo, semplice, da uomo umile minimamente intaccato dall’insolenza che contagia i potenti – compone un quadretto famigliare perfetto, da copertina di “Famiglia cristiana”. Egli è infatti un uomo magnanimo, tanto magnanimo da definirsi senza indugio un cattolico, cresciuto nei sani ambienti parrocchiali tra pallone e panini all’olio, tenendo lontana ogni deviante tentazione. Il suo cuore grosso non sa esimersi dal donare amore e solidarietà a chi, più sfortunato di lui, ne ha bisogno. Insieme a tante persone comuni, proprio come fosse uno tra i tanti, partecipa a gare di solidarietà e di beneficienza, organizzando tornei sportivi nei quali la leale competizione regala un sorriso. Egli conosce bene anche il senso del dovere; ha conseguito una laurea in tempi rapidi e con profitto lodevole. Laurea che gli ha consentito di intraprendere una carriera lavorativa coraggiosa ma densa di soddisfazioni, ripercorrendo un percorso professionale tracciato già da suo padre e, prima ancora, dal padre di suo padre, così da creare un inalterabile circuito nepotistico (nel senso buono, s’intende…). La carriera professionale lo ha aiutato a sviluppare un’ulteriore propensione all’altruismo - si è associato a fondazioni no-profit, ONG, ONLUS… a tutto ciò che ha lo scopo di far del bene al prossimo – ed uno spiccato senso democratico: egli detesta gli estremismi, tacciandone i membri di non esser degni di appartenere alla società moderna di cui egli è fiero e pulito ambasciatore, e tenta, contro ogni aberrazione intellettuale di chi vorrebbe sminuire il tragico peso della Storia, di battersi; ma senza violenza ed impeto, semplicemente trasmettendo attraverso il suo sguardo colmo di pietà - raccolta visitando i luoghi testimoni degli eventi tragici - gli atroci effetti delle dittature. Questo è il suo profilo, ciò che appare in superficie, ciò che è stato costruito a mestiere con l’obiettivo di attirare consenso, di ammansire un gregge che non sa osservare oltre una maschera, che sa solo correr dietro a stereotipi convenzionali figli delle apparenze. Ma ora che la maschera è caduta? Appaiono le reali sembianze e destano scalpore. Egli - l’ineccepibile modello d’uomo, l’affidabile politico – è ora messo a nudo e mostra tutti i connotati che teneva ben nascosti dal dominio pubblico. Emergono dagli angoli inesplorati della sua ambigua personalità le infime perversioni. Tra l’imbarazzo provocato dal tema tabù, si ode levarsi dal gregge un unico sospiro scandalizzato che sa di condanna all’emarginazione. Et voilà, il consenso si trasforma in rifiuto…
La commedia è finita. L’attore si ritira dal palcoscenico.
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