Il `popolino´ è sempre ben accondiscendente e silenzioso. Massificato dalla società, l'individuo si mischia nel "gregge delle pecore" invece di cercare il "branco di Lupi". Questo avviene da tempo a Perugia, in Italia e nel resto del mondo. Milioni di persone che ogni giorno fanno le stesse cose, ascoltano la stessa musica, vestono le solite marche, usano termini fuori dalla loro lingua d´origine per sentirsi alla moda e, tra una puntata del grande fratello o la nuova invenzione di `faccialibro´, ingurgitano qualcosa di pseudo commestibile comprato nei grandi circuiti multinazionali americani. Di rado si `svegliano´ e gridano allo scandalo nel momento in cui sentono parlare di aggressioni, stupri e risse con tanto di coltelli che sembrano sciabole. Benvenuti nella realtà!
Da tempo la nostra città è in balia di bande criminali che usano come campo di battaglia le nostre strade e utilizzano i nostri quartieri come mercati per trafficare le sostanze che imbambolano i nostri giovani. Non di molto tempo fa è la notizia dell´ennesimo parapiglia in centro, in pieno giorno, scatenato da extracomunitari e che ha coinvolto inevitabilmente turisti e cittadini perugini che impauriti scappavano a destra e a manca. Quotidianamente, oltre al centro storico, sono interessati da questi "fenomeni" molti altri quartieri, periferici e non; basti pensare alle risse con tanto di omicidi in Piazza del Bacio o alla situazione disastrosa di Via della Pallotta. Zone invivibili dove dilagano inevitabili paure che portano i residenti ad andarsene, i turisti a non tornare e gli studenti a cercare altre città dove poter studiare e cercare un proprio "accesso al futuro".
In questi giorni abbiamo assistito, insieme ad altre scene come quelle sopra descritte, alla campagna elettorale per le amministrative, dove, ancora una volta, a primeggiare, sono stati gli slogan vuoti di coloro che, mai visti prima, inneggiano alla sicurezza e al cambiamento, e dalle scontate risposte dei soliti noti che da anni amministrano la città; una "città nell´abisso" grazie a chi da sessant´anni ci governa, grazie a chi ci governerà e grazie soprattutto a chi, nel mutismo, nella rassegnazione e nel falso pietismo, fa finta di non vedere. C´è bisogno di gente che sa fare e dare, c´è bisogno di gente che, mettendo il tornaconto personale da una parte, inizi a realizzare per il bene della Comunità.
Una Comunità che deve obbligatoriamente essere composta di Uomini veri e liberi. Il ripristino della vivibilità della nostra città passa imprescindibilmente per la riconquista degli spazi sociali basilari: piazze, strade, quartieri. Iniziare a riprenderci gli spazi dovuti, uscire nei parchi con le nostre famiglie e ripopolare il centro storico, perché questo torni ad essere "acropoli" nel senso pieno del termine. Sarebbe questo, oltre che un buon inizio, un passo necessario verso la conquista della "sicurezza organica" alla quale abbiamo diritto, oltre che un' ottima risposta a chi ci vorrebbe consumatori sordi e muti buoni solo a riempire i centri commerciali che ormai saturano e abbruttiscono il nostro territorio.
Scendere in strada quindi, vivere la nostra città, le sue strade e le sue piazze, far rinascere i rapporti comunitari fra i suoi cittadini che, in essa, dovrebbero naturalmente svilupparsi, è punto fondamentale per riconquistarla.
Di Fabio Polese, Associazione Culturale Tyr Perugia
Pubblicato su Free Press Perugia
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