Vediamo di evitare che la mancata strage di Bologna abbia un seguito sanguinoso.
Hanno versato cinque litri di benzina sulla soglia di Casapound Bologna, questo alle quattro e tre quarti di mattina; si erano intrufolati dai vicini giardinetti, dopo aver troncato le due reti di ricenzione dei vicini di casa. Sono rimasti in appostamento a lungo perché Alex Vigliani, il dirigente di CPI-Bologna, era al computer con la luce accesa e volevano prenderlo nel sonno. Quando ha raggiunto Giorgia, la sua donna incinta, nella stanza vicina, gli eroi hanno pensato di attendere che si addormentasse per completare con successo l'azione omicida. Hanno atteso una ventina di minuti e poi hanno dato fuoco alla tanica. Alex però non dormiva ancora, si è reso subito conto dell'incendio appiccato alla porta ed è intervenuto. Memore della strage che costò la vita ai fratelli Mattei, rei contro il cielo per essere proletari fascisti, ha avuto la prontezza di spirito di non aprire la porta, cosa che, come a Primavalle, avrebbe fatto divampare l'incendio e ha invece provato a spegnere il focolaio versando acqua da dentro a fuori da sotto lo stipite, ignaro della quantità di benzina che stava per ardere. Visto che non riusciva a spegnerlo, si è avviato al balconcino da cui ha fatto uscire Giorgia ed è uscito quindi lui. La tanica di benzina è quasi subito esplosa. Il fuoco ha distrutto legno e plexigas provocando esalazioni di fumo che avrebbero certamente ucciso per asfissia la coppia e il bambino nel grembo di lei se solo Alex si fosse addormentato.
Questo è quanto è accaduto a Bologna, il punto apicale, per ora, di un crescendo d'idiozia criminale.
Potremmo
Potremmo tranquillamente perderci in una retorica che non risulterebbe infondata. Potremmo evidenziare il fatto che gli incendiari notturni hanno dei precisi modelli tra cui spicca quel Lollo impunito per la più schifosa strage degli anni Settanta. Potremmo rammentare che uccidere un bambino in grembo è stata cosa frequente durante le ardite stragi partigiane, e che ordinare di uccidere quello di Luisa Ferida non impedì a Sandro Pertini di diventare addirittura Presidente di questa Repubblica. Potremmo sciorinare il rosario della vigliaccheria degli assassinii partigiani e neopartigiani e, prima ancora, canaglieschi consumati dal 1919 al 1922. Anzi fino al 1925 perché i sicari continuarono fino ad allora nella piena impunità. Potremmo dire che odio e vigliaccheria, assassinio e strage sono elementi inscindibili dell'anima comunista.
Potremmo, ed avremmo molti più elementi a suffragio di questa tesi di quelli che hanno i sobillatori dell'antifascismo, i demonizzatori del “nero”.
Potremmo. Ma siamo di un altro avviso, forse, direbbe De André, di un'altra razza.
E ricordiamo. Ricordiamo combattenti di un altro tipo. Nella guerra civile spagnola, come negli anni Settanta. Ci sono stati comunisti dignitosi, coraggiosi, rispettosi e guerrieri. Non sono tutti come queste escrescenze di rampolli della borghesia viziata.
Vogliamo
Tuttavia ci sono individui così e collettivi così.
Perdono ogni giorno velocità, credito e peso. L'antifascismo dell'odio e nell'odio, l'antifascismo come teologia che distoglie dai problemi reali, funziona sempre di meno. Gli antifa sono ogni giorno più emarginati a sinistra, meno seguiti, meno accettati. Ciechi, sordi, stupidi, paleolitici e devianti, non hanno che scarsissimo seguito. Ma meno hanno seguito più s'incattiviscono, più s'incattiviscono e più provano a delinquere.
Chiunque abbia un briciolo di onestà intellettuale e di obiettività deve riconoscere ai fascisti di oggi di essere riusciti, almeno fino ad ora, a impedire che il giochino dell'azione-reazione portasse allo scontro frontale e alla riproposizione degli anni di piombo.
Due attentati ai Cutty Sark, la totale devastazione di Cuore Nero, le tentate aggressioni, le provocazioni, le minacce di morte, hanno sempre sortito come unica risposta la festa e la politica. Ed è accaduto tutto ciò – è bene che si sappia e che si ricordi – quando i rapporti di forza sia in piazza sia in politica erano, come sono, del tutto favorevoli ai fascisti.
E se per gioco ci volessimo attenere ai teoremi patologici degli antifa dovremmo dire che questo è accaduto e accade in un momento in cui le istituzioni sarebbero conniventi, di copertura...
Mai, in nessun caso, i fascisti hanno reagito colpendo, pur avendo la motivazione e la forza per farlo. Questo è bene che si ricordi e, soprattutto, che non si cerchi di negarlo, nasconderlo o sminuirlo. Di più, di meglio, francamente ai fascisti non si può chiedere per evitare una riedizione di anni sanguinosi.
E voi?
E' a sinistra che si deve – e sottolineo si deve – intervenire e con prontezza. Non basta delegittimare gli idioti sanguinari. Perché nella sinistra “antagonista” in tutta Italia ci sono cinque o seimila tra simpatizzanti e attivisti tuttora prede di discorsi dementi.
E ci sono ancora, appollaiati nei posti istituzionali (magistratura, giornali, scuole) almeno venticinquemila cariatidi sovietiche ammalate di pregiudizi odiosi, invischiate in complicità velenose e colme di mala fede.
Tutto questo, pur sommato, politicamente fa quasi nulla. Ma è un humus sufficiente: basta che una trentina di individui si mettano ad esagerare perché le cose trascendano sul serio. E non si può attendere il primo morto per porsi il problema.
Non si può far finta di niente, il passato, remoto per alcuni ma ancor fresco per molti di quelli che a sinistra contano, c'insegna come si scatenano le guerre civili. Ognuno deve – e ribadisco deve – prendere chiaramente posizione. Se vuole evitare di far scannare tra loro dei giovanissimi per la maggior gloria e il più gonfio portafoglio di qualche fallito che fa il politicante non può limitarsi a prendere le distanze con diversi gradi di omertà. Ha l'obbligo di fare contropropaganda, di ridicolizzare e non alimentare in alcun modo la demenza antifa (che, ribadisco, non significa l'essere antifascisti ma il predicare la teologia dogmatica e mortifera di un satanismo su misura provocando odio e giustificazione dell'omicidio).
Di Gabriele Adinolfi, tratto da www.noreporter.org
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