La missione di "Popoli", svoltasi tra la fine di agosto e gli inizi di settembre, si è conclusa con successo. I volontari della Comunità hanno visitato diversi distretti dello Stato Karen allo scopo di verificare la situazione delle nostre cliniche e di portare aiuto alla popolazione che vive nel circondario. I medici di "Popoli", Roberto Maggi e Rodolfo Turano, hanno potuto visitare numerosi pazienti: una parte delle visite si è svolta nella clinica "Carlo Terracciano". Sebbene il villaggio di Kler Law Seh, dove sorge la clinica, sia una sorta di città fantasma poiché gliabitanti sono fuggiti durante gli attacchi militari dei birmani dello scorso marzo, i nostri medici hanno faticato per riuscire a vedere tutti i pazienti che affollavano ogni giorno la struttura. La maggior parte di essi arrivava dai villaggi del circondario, o da insediamenti di nuova costruzione sorti in zone nascoste dopo la fine dell'offensiva birmana. I volontari, scortati dagli uomini dell'Esercito di Liberazione Karen guidati dal colonnello Nerdah Mya, si sono anche recati in alcuni villaggi che si trovano a ridosso delle posizioni birmane. Qui hanno svolto il loro lavoro tra decine e decine di bambini che attendevano in ordine il loro turno di visita. Per motivi di sicurezza, la permanenza in questi villaggi si limita a poche ore. Già in passato era capitato che durante le visite in alcuni di questi insediamenti di "prima linea", reparti dell'esercito birmano e delle milizie filogovernative del Democratic Karen Buddhist Army, avessero cercato di avvicinarsi per attaccare i villaggi e per catturare i volontari. Azioni di questo tipo hanno ispirato gli sceneggiatori del nuovo episodio della saga di "Rambo", ambientato proprio nelle giungle della Birmania. A dispetto però di quanto di incredibile immaginiamo riuscirà a fare con disarmante facilità il muscoloso Stallone in due ore di fiction, l'attività di sostegno ai patrioti Karen in queste aree è lavoro complesso e delicato. Il villaggio di Kler Law Seh, e il vicino campo militare del KNLA (Karen National Liberation Army), portano ancora oggi i segni evidenti dell'attacco sferrato dai birmani lo scorso marzo. Infiltratisi di notte tra le maglie delle difese Karen, 200 militari di Rangoon erano arrivati a circa 300 metri dalla clinica dedicata a Carlo Terracciano. La battaglia che era seguita si era conclusa con la vittoriosa resistenza dei Karen e con il ritiro delle truppe birmane. Ma era costata morti da entrambe le parti, e la fuga precipitosa di centinaia di civili costretti a riversarsi in Thailandia alla ricerca di un temporaneo e precario rifugio. Ogni spostamento della nostra equipe deve essere sempre preceduto da un accurato lavoro di ricognizione da parte dei resistenti Karen, che si assicurano che il tragitto verso i villaggi in cui siamo diretti non presenti insidie. Di fatto è impossibile garantire la totale sicurezza delle visite, in quanto sono molto frequenti gli episodi di imboscate da parte dei militari birmani e delle milizie filogovernative lungo i sentieri della regione. Inoltre, il massiccio uso di mine antiuomo (la Birmania, o Myanmar, è uno dei più minati paesi al mondo) rende insicuri i percorsi nella giungla o lungo i campi coltivati. La situazione dei distretti visitati è al momento abbastanza buona: la stagione delle piogge porta di solito con sé una attenuazione dello scontro bellico, dovuta alla difficoltà di far muovere le truppe sulle piste fangose.
Nonostante numerose "scaramucce" quotidiane tra KNLA e esercito birmano, gli abitanti dellarea coperta dalle tre cliniche di "Popoli" vivono uno stato di relativa calma (si parla sempre di gente che vive in guerra fin dalla nascita, e che quindi considera "pace" il fatto di non dover fuggire di corsa dalle proprie case). Più a nord invece, gli scontri sono molto duri, e si concentrano nelle zone interessate dai progetti di costruzione di dighe sul fiume Salween, progetti multimilionari che interessano molto alla giunta birmana e a vari affaristi che saranno coinvolti nello sfruttamento dell'energia idroelettrica prodotta. Da un punto di vista sanitario, abbiamo rilevato con estrema soddisfazione un notevole calo dei casi di malaria, e vogliamo pensare, concedeteci questa presunzione, che a questo dato positivo abbia contribuito in parte la distribuzione di un migliaio di zanzariere famigliari, impregnate di repellente, avvenuta nel corso della nostra precedente missione, nel marzo di quest'anno. Malnutrizione, infezioni alle vie respiratorie e infezioni gastrointestinali restano problemi rilevanti, contrastabili però grazie ai farmaci che riusciamo ad acquistare grazie ai fondi raccolti in diverse iniziative in Italia. A conclusione della missione, a ridosso dell'anniversario del RITORNO AGLI DEI di Carlo, abbiamo partecipato alla cerimonia di inaugurazione ufficiale del nuovo, grande edificio sorto nel complesso "Terracciano" per ospitare la nuova clinica. Ricordiamo che i fondi necessari alla costruzione del solido ospedale sono stati donati dall'ANACT, Associazione Nazionale Allevatori del Cavallo Trottatore, che ringraziamo a nome degli abitanti dei villaggi che usufruiranno dei servizi della struttura. Nel corso della cerimonia, il Colonnello Nerdah Mya ha ringraziato la Comunità Solidarista per il costante sostegno fornito al popolo Karen e alla causa dell'autodeterminazione e ha annunciato l'inizio di un nuovo progetto. "TERRA - IDENTITA'" è il nome dato a questo progetto, indirizzato a garantire la autosufficienza alimentare alla popolazione che vive nelle aree coperte dall'attività delle nostre tre cliniche. Acquisteremo sementi e attrezzi per lavorare e coltivare ampie fette di territorio, da cui verranno ricavati prodotti che stanno alla base della alimentazione dei Karen, come riso, zucche, cetrioli e altri ortaggi. "I miei soldati cercheranno di proteggere queste coltivazioni" - ha detto Nerdah alla folla riunita nel nuovo ospedale - "perché una lotta di liberazione non può che essere condotta dal proprio territorio, senza dipendere esclusivamente da aiuti esterni o dall'elemosina dei campi profughi". Il valore rivoluzionario di questa iniziativa sta proprio nel tentativo di riportare in patria le migliaia di profughi ospitati nei campi tailandesi, ponendosi quindi in contrasto con la tendenza mondialista di favorire l'emigrazione. La nuova minaccia contro cui Nerdah deve combattere è rappresentata proprio dall'apertura delle frontiere statunitensi nei confronti dei profughi registrati presso i campi tailandesi. Funzionari del Dipartimento di Stato offrono ai profughi Karen la possibilità di emigrare negli USA: viene pagato loro un biglietto aereo e garantita assistenza per i primi mesi di permanenza negli States. Ma poi "I Karen non si rendono conto di cosa significhi vivere negli Stati Uniti" dice Nerdah, che proprio in USA ha studiato prima di rientrare in patria per dedicarsi alla causa del suo popolo. Infatti, pochi mesi dopo il loro arrivo, i profughi Karen si vedono richiedere il rimborso del prezzo del biglietto aereo, e si trovano a dover provvedere da soli alla propria sopravvivenza nel paese ospitante. "Non c'è assistenza sanitaria gratuita negli Stati Uniti" prosegue Nerdah, "e la vita può essere molto, molto difficile". Ai Karen non resta che diventare "schiavi" della macchina produttiva statunitense, lontani si dalla guerra, ma anche dalla propria famiglia, dalla propria terra, dagli abituali canali di solidarietà comunitaria. Una vera e propria emorragia per un paese come la Nazione Karen, che invece ha bisogno di tutti i suoi figli per ricostruirsi un futuro. "Terra - Identità" vuole dare una risposta a questo problema: cibo per i patrioti Karen, cibo per chi ha deciso che vale la pena di lottare per la propria terra.
www.comunitapopoli.org
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