sabato 4 settembre 2010

Noi... Figli del sogno...


Nuovo numero de Il Martello, giornale autoprodotto dagli amici dell'Associazione Culturale Zenit di Roma. Potete scaricare l'intero numero di Settembre su www.assculturalezenit.spaces.live.com



Passati oramai quattro anni dall’inizio delle nostre pubblicazioni sentiamo di utilizzare questa pagina riservata all’introduzione del giornalino non per presentare la nuova stagione editoriale nei suoi aspetti tecnici (d’altronde le linee guida e la grafica non differiscono dal passato), bensì per dedicarci ad una più ampia riflessione circa la perseveranza che guida la nostra attività. Quattro anni contraddistinti dalla puntuale uscita mensile del giornalino non sono certo trascorsi sempre sul velluto, poiché momenti di sbandamento, dovuti ad ostacoli di vario tipo, hanno più volte rischiato di intralciare inesorabilmente il proseguimento del lavoro. Le contingenze talvolta sfavorevoli non hanno fatto altro che accrescere in noi dubbi sull’opportunità di portare avanti questo impegno. “Vale la pena andare ancora avanti?”, è questa la domanda che ci ha più volte assillati nel corso dei quattro anni, magari a fronte di un fisiologico momento di stanca dovuto alla presa di coscienza che i risultati conseguiti non equivarranno mai alla logica del tornaconto immediato e materiale, unico propulsore di una società fondata sull’opportunismo. La risposta fin’ora è sempre emersa convinta e sicura, seppur dopo momenti di riflessione: chi alle logiche moderne contrappone uno stile tradizionale deve metabolizzare queste fasi di comprensibile scoramento come inevitabili e non compromettenti. A trionfare è la convinzione che l’impegno costante ed organico per mezzo dell’azione sia il collante di ogni organizzazione votata ad una coesione duratura. Sicuri che il lavoro comune, implicante sacrifici personali finalizzati a risultati collettivi, sia dunque il cemento di una comunità solida e solidale come una testuggine romana, rieccoci schierati su di questa ideale barricata di pensiero per la quarta volta consecutiva. Rieccoci, pronti a far convergere le nostre particolari abilità al fine di produrre un periodico che continui ad essere stimolo di dibattito interno, di curiosità attiva, di critica verso i media di massa, costituendo infine la voce ufficiale del nostro gruppo, tale da renderci protesi verso il confronto esterno e la partecipazione ai temi sociali.



Ebbene, non abbiamo la presunzione di essere convincenti con chiunque; la nostra riflessione è soggetta alla perplessità degli scettici che, eternamente imprigionati alle catene del tangibile e alla brama del profitto egoistico, rinunciano al sacrificio più bello perché più consapevole: quello senza ricompensa materiale. Rinunciano al senso di comunità che, sulla via delle comuni gioie e dei comuni pericoli, esprime quella voluttuosa espressione di lealtà e fratellanza che chiamiamo cameratismo e che suggelliamo salutandoci stringendoci l’avambraccio. Rinunciano, in sintesi, alla magia del sogno della goccia che penetra nella roccia, poiché non sanno - poveri disillusi! - che ciò che realmente vale è invisibile agli occhi…

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