È stato un agosto di colpi di scena e riflessioni in Nordirlanda. Dalle dichiarazioni del vicepremier Martin McGuinnes nelle quali si denunciavano colloqui segreti fra Londra e i “dissidenti” repubblicani, poi smentita categoricamente dai diretti interessati, alla solo apparente soluzione del “caso Maghaberry”.
Fino alle dichiarazioni di fine mese con cui il 32 Csm mette in guardia dal pericolo della “normalizzazione”. Quella di McGuinnes aveva tutta l’aria di una dichiarazione contro il governo centrale, reo, forse, di portare avanti discussioni segrete con i repubblicani ormai acerrimi nemici del suo Sinn Fein. Negli stessi giorni si risolveva, almeno a parole, la questione della dirty protest avviata la scorsa Pasqua dai prigionieri del carcere di Maghaberry per denunciare i maltrattamenti subiti dai carcerieri britannici. Tra le altre cose sarebbe stata concessa la libertà di associazione, raggiunta un’intesa sulla sospensione dello strip searching (la perquisizione corporale) e concesso l’utilizzo del campo da calcio.
L’accordo, siglato il 12 agosto scorso è però già traballante: il 19 agosto, infatti, il gruppo di sostegno per Colin Duffy ha denunciato l’atteggiamento non collaborativo delle guardie carcerarie, che continuano ad aprire le celle in ritardo, a rifiutare l’accesso dei prigionieri alle aule, a permettere l’accesso ai corridoi ad un numero di prigionieri inferiore a quanto concordato e rifiutano il confronto con i rappresentati dei carcerati. Resta il fatto che i nazionalisti repubblicani hanno posto fine alle proteste pubbliche nel centro città di Derry in seguito alla apparente risoluzione della questione. I picchetti nella mezzeria delle strade, organizzati dal 32 Csm e dall’Irpwa (Irish Republican Prisoners Welfare Association ), si sono tenuti, per tutto luglio, ogni sabato pomeriggio sulla Shipquay street in solidarietà con i prigionieri repubblicani che continuavano la dirty protest. Inizialmente le manifestazioni si tenevano mensilmente al Free Derry Corner ma si erano spostate nel centro città e settimanalmente di pari passo con l’aumentare delle tensioni nel carcere. Ora sono tornate alla loro sede originaria ma continuano, nonostante l’accordo, a sostenere i prigionieri politici nordirlandesi detenuti nel carcere britannico.
Un articolo del Derry Journal del 31 agosto scorso analizza invece recenti dichiarazioni attribuite al 32 County Sovereignty Movement nelle quali viene evidenziato il pericolo, per il repubblicanesimo, di diventare “irrilevante” per tutta una generazione se non si affronterà la sfida contro i partiti dominanti che seguono una politica di “normalizzazione”. L’avvertimento si trova in un articolo pubblicato in una newsletter associata al 32 Csm, nel quale si invitano i repubblicani a protestare alle riunioni del District Policing Partnership e durante gli altri avvenimenti in collaborazione con la Psni, la Polizia nordirlandese. Un invito alla manifestazione popolare e pacifica del dissenso, all’espressione di contenuti politici che sembravano essere mancati in passato. E che per i britannici rappresentano il vero pericolo.
Se ne è forse accorto il Guardian, che nei giorni scorsi, dopo aver definito i repubblicani “dissidenti” micro-gruppi o bande criminali senza una base politica, li ha definiti comunque seriamente pericolosi “per il fatto di essere un potenziale contenitore per la collera generalizzata dei molti che si sentono lasciati indietro dal processo di pace”.
Di Alessia Lai, www.rinascita.eu
lunedì 6 settembre 2010
Finisce l’estate nordirlandese: segnali di una nuova stagione repubblicana.
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