lunedì 2 agosto 2010

Orwell ci aveva avvertiti.


Internet, gli Usa verso il controllo totale. L’Fbi potrà spiare attività online ed email senza il permesso del giudice.

Barack Obama rimpiange i bei tempi quando poteva usare il suo telefonino Blackberry senza problemi. Per ragioni di riservatezza solo una decina di persone sono autorizzate a inviargli delle email. E devono stare attente a quello che scrivono perché tutto sarà archiviato. «Così non mi diverto più» ha confessato a una tv. Dunque il presidente soffre per queste limitazioni. E allora perché vuol far «soffrire» anche il prossimo? L’Fbi, con il sostegno della Casa Bianca, punta ad avere accesso al traffico email di ogni cittadino senza dover richiedere l’autorizzazione di un giudice. Un semplice agente, responsabile di un settore e interessato all’attività di «John Smith», potrà chiedere ai gestori: destinatari e mittenti dei messaggi di posta elettronica, tempi, orari, frequenze e anche – in alcune situazioni – i siti visitati. Solo il contenuto rimarrà – ma ci sono molti dubbi – coperto. E non sarà necessario che il soggetto sia una persona al centro di un’indagine o definito come «sospetto». Il Grande Fratello delle email è giustificato, ovviamente, con le esigenze della lotta al terrorismo. Diverse indagini hanno confermato come la posta elettronica, con Internet, sia il canale di comunicazione preferito dai militanti, veri e potenziali. Quindi l’Fbi vuole nuovi strumenti di osservazione. Ma le associazioni per i diritti civili, appoggiate da alcuni parlamentari democratici, ritengono che il programma sia una violazione della privacy. Il New York Times, in un commento, ha paragonato Obama a Bush, rammentandogli che aveva promesso di prevenire nuovi abusi. Reazioni forti legate anche al corollario del piano, che dovrebbe consentire agli agenti di controllare l’attività di qualsiasi persona su Internet. Dai file scaricati ai blog consultati. Su questo punto c’è ancora molta ambiguità: i pessimisti, però, ritengono che alla fine le autorità federali riusciranno a ficcare il naso dove vogliono. Cosa peraltro già fatta su scala globale dalla Nsa, l’agenzia di spionaggio elettronica. E’ stato rivelato di recente che ogni giorno i suoi sofisticati apparati captano 1,7 miliardi di telefonate, email e comunicazioni di ogni tipo. Il piano dell’Fbi rappresenta una nuova breccia nella vita dei cittadini che, dopo l’11 settembre 2001 e con il placet dell’amministrazione Bush, sono diventati dei sorvegliati speciali: telefonate, posta, transazioni bancarie e qualsiasi cosa possa interessare gli 007 sono suscettibili di essere monitorate. E il controllo delle email espanderà in modo considerevole l’archivio in mano ai federali. Un database gigantesco formato dalla raccolta di informazioni autorizzate dal ministero della Giustizia. Un rapporto del 2008 ha rivelato che dal 2003 al 2006 l’Fbi ha richiesto 192.500 National Security Letters (Nsl), uno speciale documento attraverso il quale ha avuto accesso a dati sui cittadini. In molti casi però le richieste non erano giustificate da alcuna esigenza investigativa. Se l’Fbi si «preoccupa» dei cittadini, i «cugini» della Cia guardano più avanti. L’agenzia ha formato una joint venture con Google per realizzare un progetto ambizioso, il «Futuro registrato». Gli 007, insieme ai maghi dell’informatica, cercheranno di prevedere le prossime azioni terroristiche attraverso la raccolta e l’analisi di informazioni sul web. Di nuovo, i social network come Facebook, i blog, i siti, gli interessi di chi naviga, le discussioni e gli eventi saranno il materiale su cui lavorare. Costo iniziale del programma: 10 milioni di dollari.

Di Guido Olimpio, Corriere della Sera p. 19 - 31/07/2010


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