mercoledì 6 maggio 2009

Resoconto della conferenza su Belgrado [Base Militante Progetto Torino]

Sabato 2 maggio 2009 si è tenuta a Torino la conferenza “Belgrado: 1999-2009, per non dimenticare”, promossa ed organizzata da Base Militante Progetto Torino e Minoranza Rumorosa, in occasione del decennale dell’aggressione NATO alla Serbia: un incontro aperto al pubblico che ha riscosso peraltro l’intervento sia di partecipanti di nazionalità albanese che di nazionalità serba, fatto quest’ultimo che ha garantito una sostanziale imparzialità del dibattito ed ha così ulteriormente arricchito un contraddittorio già proficuo e fecondo.



Il tutto, inutile sottolinearlo, si è svolto nel più totale rispetto delle opinioni, anche spesso marcatamente divergenti, esposte ed argomentate sempre in modo civile e pacato come peraltro in tutte le occasioni di confronto presiedute dalla nostra associazione.



Il moderatore Giovanni di Martino, dopo aver presentato i conferenzieri, ha introdotto brevemente l’argomento, soffermandosi in particolare sul ruolo politico assunto dal tragico ed illustrando le quattro fasi del conflitto:



* la guerra mediatica dell’editoria statunitense;

* la “benedizione” dei politici e intellettuali al conflitto serbo;

* l’avvio dei bombardamenti e il ruolo dell’Italia e di D’Alema nel conflitto;

* l’inizio del processo di “cancellazione” dalla memoria collettiva del conflitto serbo.



Il primo relatore Stefano Vernole ha quindi esordito citando una significativa intervista, rilasciata dall’allora Ministro degli Esteri Lamerto Dini nel 2008, analizzando la quale ha delineato il percorso cronologico che ha portato all’indipendenza del Kossovo.



Vernole ha quindi passato trattato le ragioni ufficiali ed ufficiose che hanno condotto al conflitto del 1999, in particolare:



* il decreto di Tito del 1974 e la progressiva disgregazione della Jugoslavia;

* la costruzione del consenso da parte di Milosevic, dai radicali comunisti alla destra monarchica e il dissenso delle province;

* la nascita dell’UCK e gli scontri con le truppe serbe;

* il ruolo interculturale della NATO nei Balcani;

* i fallimenti delle varie conferenze di pace e la guerra aerea “potenzialmente infinita”;

* la falsificazione americana sull’uranio impoverito, sulle fosse comuni, sull’occultamento dei cadaveri e sulla reale portata delle operazioni militari in Serbia;

* il bombardamento dell’ambasciata cinese a Belgrado e la conseguente caduta di immagine della NATO;

* l’evoluzione del concetto geostrategico dell’amministrazione statunitense;

* il Kossovo come laboratorio di sviluppo programmato del capitalismo multinazionale.



Il secondo intervento di Costanzo Preve ha riguardato invece la mistificazione della stampa e della sedicente élite intellettuale italiana, la nozione di pregiudizio come forma di negazione e la sua applicazione all’etnogenesi della questione nazionale serba e albanese. Preve ha quindi approfondito il tema della semplificazione come giustificazione di mire geopolitiche, toccando i seguenti punti nevralgici:



* i reali interessi del popolo serbo e albanese nella regione;

* la libertà di stampa in Serbia;

* l’espulsione etnica: dal 1912 ai giorni d’oggi;

* la proposta di pulizia etnica del 1937;

* l’aggressione NATO del 1999 come guerra geopolitica contro l’Europa;

* la liberazione come metodo di controllo;

* il concetto di “male assoluto” e di OGA (”Occidente a Guida Americana”);

* lo sdoganamento e la ricerca di legittimazione degli ex-fascisti e post-comunisti italiani durante il conflitto;

* il mancato ruolo di mediazione diplomatica che avrebbe dovuto svolgere autonomamente l’Europa.



Nel successivo dibattito, gli intervenuti si sono quindi confrontati serenamente ma seriamente sulla validità delle fonti storiografiche, i dati e i numeri della guerra, sull’attribuzione e i significato di termini quali “genocidio”, “massacro” ed “pulizia etnica”, e sull’effettivo senso e scopo di una “liberazione” del Kossovo (e sul precedente indipendentista da esso di fatto costituito).



Hanno infine concluso l’incontro alcune domande poste dagli studenti di Minoranza Rumorosa, i quali hanno così dimostrato di aver colto appieno l’originale opportunità formativa rappresentata da questa conferenza.



www.progettotorino.org

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