venerdì 30 settembre 2011

Marian Price, prigioniera dell’odio britannico.


È l’unica donna in Europa rinchiusa in una prigione maschile. Marian Price, leader del 32 County Sovereignty Movement e dell’IRPWA (Irish Republican Prisoners Welfare Association), è ancora oggi detenuta in un’ala del carcere di Maghaberry, il penitenziario poco fuori Belfast nel quale le autorità britanniche internano i repubblicani irlandesi. Dopo le persecuzioni continue, i frequenti stop and search (la pratica della polizia britannica di fermare e perquisire senza alcun tipo di prova ma solo in base al Terrorism Act) subiti negli ultimi anni, nel maggio scorso Marian è stata arrestata. La licenza di libertà della quale godeva è stata revocata immediatamente per decisione diretta del segretario di Stato britannico per l’Irlanda Owen Paterson nonostante la grazia conferitale nel 1981. Marian Price e sua sorella Dolours furono militanti dell’Ira e tra le persone fermate per la bomba fuori dall’Old Bailey a Londra nel 1973, quando una persona rimase uccisa e circa 200 furono ferite. Detenute in Gran Bretagna furono in seguito trasferite in una prigione nordirlandese dopo 200 giorni di sciopero della fame. Si oppose al Good Friday Agreement e alla decisione dello Sinn Fein di eliminare degli arsenali dell’Ira.

Oggi impegnata nel 32 Csm e in favore dei prigionieri polititi repubblicani, Marian a visto revocata la sua licenza dopo essere stata accusata di aver procurato beni, fra i quali un cellulare, per l’attacco di Massereene del marzo 2009 in cui sono stati uccisi due soldati britannici e per il quale quest’anno verranno processati Colin Duffy e Brian Shivers. Marian Price “era stata interrogata originariamente su queste cose nel novembre 2009”, 18 mesi prima dell’arresto, afferma il suo avvocato. E in 18 mesi nulla era cambiato, nessuna nuova prova è stata infatti portata dagli inquirenti britannici per motivare l’arresto della responsabile del 32 Csm. Il potere di revoca della libertà è un’arma, una minaccia costante che pende sulla testa di ogni prigioniero repubblicano rilasciato sotto licenza. Le autorità britanniche lo utilizzano per indurre i militanti repubblicani all’inattività. Ma Marian non ha mai ceduto di fronte a questa minaccia e ora paga per la sua tenacia: costretta all’isolamento nella prigione maschile di Maghaberry, anziché in quella femminile di Hydebank Wood. È infatti la sola prigioniera nella Glen House e di recente un deputato del DUP ha sollevato una polemica sul denaro speso per adeguare questa zona del penitenziario alla permanenza di una donna. Per uniformarla agli standard della prigione femminile di Hyebank Wood sono state infatti spese poco più di 2.000 sterline.

Un “insulto” per Lord Morrow. “Cos’hanno di tanto speciale i prigionieri da dover vivere nel lusso”, ha affermato, “sembra che lei (Marian, ndr) viva in una suite di un hotel e non in una cella”. In questa “suite” c’è la tv con un lettore dvd, una lampada, dei quadri, un computer, una tendina, un piumino, un tappetino e cuscini; nella sala di ricreazione c’è un altro televisore a schermo piatto, un altro lettore dvd, un tavolino, una libreria e un altro tappetino. Nel cortile sono stati messi una panchina e diciotto vasi di fiori. Probabilmente, per Marian, Morrow preferirebbe la condizione nella quale sono costretti i detenuti maschi di Maghaberry, che da settimane portano avanti una dirty protest contro il mancato rispetto dell’accordo che poco più di un anno fa venne firmato dai rappresentanti dei prigionieri e dall’amministrazione carceraria. Per il politico del DUP la libertà è un optional, evidentemente non fondamentale per una repubblicana innocente.



Di Alessia Lai, www.rinascita.eu


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