"L'inizio esoterico dell'anno si celebra al Solstizio d'Inverno, quando si depone un 'seme' sotto terra, un'idea, un progetto e si esprime un proposito da attuare nell'arco dell'anno. All'Equinozio di Primavera, se lo abbiamo protetto e nutrito bene, uscirà dalla terra e apparirà alla luce del sole." (Cit. in "Le porte di Luce", Edizioni Synthesis)
Julius Evola sosteneva che vi sono riti e feste, sussistenti ormai solo per stanca consuetudine nel mondo moderno, che si possono paragonare a quei grandi massi che il movimento delle morene di antichi ghiacciai ha trascinato dalla vastità del mondo delle vette fin giù, verso le pianure. Tra tali riti vi sono le ricorrenze come il Natale ed il Nuovo Anno che rivestono oggi, prevalentemente, il carattere di una placida o consumistica festa familiare. Al contrario di quello che si possa pensare oggi, tali feste sono ritrovabili già nella preistoria e in molti popoli con un ben diverso sfondo, incorporate da un significato cosmico ed universale. Molte volte, se non da chi non lascia nulla al caso, passa inosservato il fatto che la data del Natale non è dovuta ad una particolare tradizione religiosa, quale quella cristiana in Occidente, ma è determinata innanzitutto da una situazione astronomica peculiare: quella definita, appunto, del Solstizio d’Inverno. Per l’uomo della Tradizione ogni fenomeno cosmico è simbolo spirituale che produce effetti nelle profondità della mente e del corpo dell’uomo. Quando l’acqua fredda cade, si arrotonda in neve e si irrigidisce in ghiaccio è arrivato il tempo d’inverno e il nostro cammino si arresta per una attimo alla porta sacra del Solstizio: qui siamo posti, dunque, innanzi all’oscuramento del Principio solare nel mondo. L’anima insorge quando la luce del Sole non da più supporto alla forza del corpo e non nutre le sottili spire dell’anima ed è proprio allora che ogni uomo dovrebbe concentrarsi su ciò che deve compiere, sugli anagrammi della vita che deve sciogliere, su quello che può trasformare dentro di sè e nel ristretto ambiente in cui vive, su ciò che può imparare dagli altri: meditare per realizzare. Il Solstizio d'Inverno è il nuovo inizio, l'avvio del ciclo. Dal punto di vista esoterico, vale a dire dal punto di vista che custodisce all’interno del microcosmo umano un riflesso e una scintilla di luce del macrocosmo divino, il Solstizio e’ celebrato come l’annuncio del rinnovamento esteriore ed interiore della Natura e dell’Uomo. E' il momento più propizio, dunque, per ‘piantare’ nella nostra mente e nel nostro cuore il ‘seme’, per formulare fermamente quel proposito che determinerà la qualità del prossimo anno allontanando dal nostro animo il rancore, la paura e le invidie che ci bloccano all’ombra della luce.
Note:
Julius Evola in “Simboli della tradizione occidentale”, Arktos, 1989
Fabio Polese, Free Press Perugia
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