Il triste Monti, “primo ministro” (di re Giorgio Napolitano), lo aveva definito “il disarmo multilaterale di tutte le corporazioni”. Il suo fedele sottosegretario Antonio Catricalà ne ha annunciato i tempi e i modi di esecuzione: il decreto legge sulle liberalizzazioni verrà varato il 20 gennaio prossimo.
Liberalizzeranno - distruggendo cioè quel poco di occupazione rimasta in Italia - le sopravvissute categorie del lavoro nazionale.
Nel nuovo sacco d’Italia c’è di tutto un po’: i farmacisti saranno affiancati da parafarmacisti, i tassisti da paratassisti, i notai da paranotai, i benzinai da parabenzinai, i ferrovieri da paraferrovieri, gli avvocati da para-avvocati, i giornalisti da paragiornalisti e così via: ogni artigiano, manutentore, professionista, tecnico, perito, dovrà essere affiancato da un competitore qualsiasi. Le industrie farmaceutiche si fregano le mani: nasceranno i “supermercati del farmaco”: più consumo più profitti; i dottorandi in legge potranno consigliare una compravendita senza noiosi esami preparatorii; i diplomati apriranno studi professionali “competitivi”; i neo-tassisti non dovranno comprare la licenza; i neo-benzinai offriranno nei loro drug-stores prosciutti e primizie di stagione... Insomma: i soliti paraculi trionferanno, i grandi mangeranno i piccoli e utilizzeranno contratti part-time per assumere a due lire torme di immigrati . Il lavoro sarà ancora più “flessibile” e “mobile”...
E non basta. Il Popolo Italiano ha detto “No”, sonoramente, alla svendita dell’acqua pubblica? Il referendum verrà raggirato.
I trasporti pubblici diventeranno privati dediti al profitto, la Fiat entrerà nel business dell’alta velocità, le linee dei pendolari - poiché “non rendono”... - verranno dismesse, le aziende pubbliche, municipali e non, di distribuzione di gas, elettricità, acqua, beni primari di consumo, saranno bottino di nuovi CdA allargati a delegati delle multinazionali del settore.
In un raro momento di assennatezza, tuttavia, il Catricalà, ha nicchiato un po’ sulle “liberalizzazioni” o dismissioni di Eni (Snam), Enel o Finmeccanica. Ha pensato, immaginiamo, che annunciarne anticipatamente la lottizzazione fosse un po’ troppo predatorio e anche un incentivo a speculare sul ribasso delle ultime aziende strategiche pubbliche nazionali.
Che schifo. Tutti assieme appassionatamente: i Monti, i Catricalà, i Bersani, i Bonanni. Distruggono l’Italia e sono felici.
Di Ugo Gaudenzi, http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=12381
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