mercoledì 11 gennaio 2012

L’Ineffabile Liberalizzatore.




Il triste Monti, “primo ministro” (di re Giorgio Napolitano), lo aveva definito “il disarmo multilaterale di tutte le corporazioni”. Il suo fedele sottosegretario Antonio Catricalà ne ha annunciato i tempi e i modi di esecuzione: il decreto legge sulle liberalizzazioni verrà varato il 20 gennaio prossimo.

Liberalizzeranno - distruggendo cioè quel poco di occupazione rimasta in Italia - le sopravvissute categorie del lavoro nazionale.


Nel nuovo sacco d’Italia c’è di tutto un po’: i farmacisti saranno affiancati da parafarmacisti, i tassisti da paratassisti, i notai da paranotai, i benzinai da parabenzinai, i ferrovieri da paraferrovieri, gli avvocati da para-avvocati, i giornalisti da paragiornalisti e così via: ogni artigiano, manutentore, professionista, tecnico, perito, dovrà essere affiancato da un competitore qualsiasi. Le industrie farmaceutiche si fregano le mani: nasceranno i “supermercati del farmaco”: più consumo più profitti; i dottorandi in legge potranno consigliare una compravendita senza noiosi esami preparatorii; i diplomati apriranno studi professionali “competitivi”; i neo-tassisti non dovranno comprare la licenza; i neo-benzinai offriranno nei loro drug-stores prosciutti e primizie di stagione... Insomma: i soliti paraculi trionferanno, i grandi mangeranno i piccoli e utilizzeranno contratti part-time per assumere a due lire torme di immigrati . Il lavoro sarà ancora più “flessibile” e “mobile”...

E non basta. Il Popolo Italiano ha detto “No”, sonoramente, alla svendita dell’acqua pubblica? Il referendum verrà raggirato.

I trasporti pubblici diventeranno privati dediti al profitto, la Fiat entrerà nel business dell’alta velocità, le linee dei pendolari - poiché “non rendono”... - verranno dismesse, le aziende pubbliche, municipali e non, di distribuzione di gas, elettricità, acqua, beni primari di consumo, saranno bottino di nuovi CdA allargati a delegati delle multinazionali del settore.

In un raro momento di assennatezza, tuttavia, il Catricalà, ha nicchiato un po’ sulle “liberalizzazioni” o dismissioni di Eni (Snam), Enel o Finmeccanica. Ha pensato, immaginiamo, che annunciarne anticipatamente la lottizzazione fosse un po’ troppo predatorio e anche un incentivo a speculare sul ribasso delle ultime aziende strategiche pubbliche nazionali.

Che schifo. Tutti assieme appassionatamente: i Monti, i Catricalà, i Bersani, i Bonanni. Distruggono l’Italia e sono felici.



Di Ugo Gaudenzi, http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=12381


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