(ASI) La notizia della morte di Vittorio Arrigoni mi è arrivata all’improvviso come all’improvviso, in una notte buia, un missile vigliacco colpisce donne e bambini. Non conoscevo personalmente Vittorio ma, grazie al suo continuo ed ineccepibile lavoro per la causa palestinese, è come se lo conoscessi da sempre. In tre anni, Vittorio Arrigoni, era diventato un cittadino di Gaza, un amico di tutti e un compagno di lotta e di vita quotidiana come pochi. Attivista dell’International Solidarity Movement, più volte aveva aiutato la popolazione di Gaza facendo da scudo umano ai contadini palestinesi al confine di Israele e con i pescatori a poche miglia dalla costa dove veniva applicato il blocco israeliano. Trentaseienne lombardo, originario di un piccolo paesino in provincia di Lecco, era arrivato a Gaza nel 2008 e attraverso il suo blog personale “Guerrilla Radio” descriveva e raccontava le sofferenze che il popolo palestinese era costretto quotidianamente a subire. “Restiamo umani”, è il titolo del suo libro tradotto in ben quattro lingue e era la frase con la quale chiudeva ogni suo articolo che scriveva come corrispondente per il Manifesto. Da Gaza City, Vittorio Arrigoni, aveva anche risposto – attraverso un video – alle parole di Roberto Saviano che aveva descritto Israele come una “democrazia sotto assedio” – il video è visibile al seguente collegamento: http://www.youtube.com/watch?v=NBgI_QWgXaI&feature=player_embedded -. Oltre le notizie che ci vengono continuamente “sparate” dai media embedded sulla morte di Vittorio Arrigoni mi vengono in mente le parole del portavoce di Hamas a Gaza, Fouzi Barghou, che alla tv satellitare “al-Arabiya” ha dichiarato: “Solo Israele trae vantaggio dall’uccisione di Arrigoni”. Ma tanto, quello che dichiara Hamas, non conta… La triste realtà è che da giovedì scorso, un’altra voce libera e scomoda è stata interrotta. Sta a noi riaprirne molte altre. Ciao Vittorio, restiamo umani.
Fabio Polese, www.agenziastampaitalia.it
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